ISHR Scared Dictators and The Mouse

Il ISHR è stata fondata nel 1972 a Francoforte, in Germania, come “Gesellschaft für Menschenrechte” (Società per i diritti umani) da tredici persone impegnate per la tutela dei diritti umani.

Era il momento in cui Vladimir Bukovsky era appena stato condannato a 12 anni di campo di lavoro e spedito in esilio in Siberia, per aver coraggiosamente rivendicato il diritto alla libera espressione. Aleksander Solzhenitsyn aveva completato il suo “Archipelago Gulag”, ma quasi nessuno conosceva quest’uomo in Occidente. In quei giorni, molte persone dimostravano contro l’intervento bellico in Vietnam, ma nessuno protestava per i migliaia di prigionieri politici nei campi di lavoro sovietici, i perseguitati in Polonia, Romania, Cecoslovacchia e in altri stati europei.

In questa campagna, i protagonisti sono i Dittatori Spaventati: Kim Jong Il (Corea del Nord), Robert Mugabe (Zimbabwe), Muammar al-Gheddafi (Libia), Hugo Chavez (Venezuela), Raul Castro (Cuba) e Mahmoud Ahmadinejad (Iran).

Cercano disperatamente di evitare la minaccia del mouse del computer, terrorizzati assumono pose ridicole e poco consone a uomini di potere. Il social networking rappresenta per le dittature una grave minaccia: la conoscenza e il potere di cambiare.

Mahmoud Ahmadinejad and the mouse in ISHR Scared Dictator poster

credits
Ogilvy Francoforte, direttori creativi Simon Oppmann e Peter Römmelt,
direttore artistico Daniela Friedel, ErcanTaner copywriter,
fotografia Robert Eikelpoth e Michael Breyer.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.