Ziegfeld girls

Una serie di elaborate produzioni teatrali messe in scena a Broadway (New York City) dal 1907 al 1931. Le fotografie di Alfred Cheney Johnston.

Le Ziegfeld Follies furono una serie di elaborate produzioni teatrali messe in scena a Broadway (New York City) dal 1907 al 1931. Ispirate alle Folies Bergère di Parigi, le Ziegfeld Follies sono state concepite e montate da Florenz Ziegfeld.

Alfred Cheney Johnston nasce nel 1889 a New York. Studia all’Accademia di Belle Arti di New York e si interessa di fotografia a livello amatoriale.

Johnston fu assunto come fotografo ufficiale delle Ziegfeld Follies dallo stesso Ziegfeld intorno al 1916, il quale promosse le sue produzioni come una “glorificazione della ragazza americana” ed era compito di Johnston, attraverso le sue fotografie, catturare questa visione. Facile immaginare quanto fecero scandalo. Infatti il suo modo di fotografare influenza profondamente l’immagine di Hollywood in quegli anni: Johnston è abile nel drappeggiare, nel coprire solo a metà, con pizzi e panni, le sue dive. Dopo la morte di Ziegfeld, Johnston continua la sua attività  per altri sette anni fino a quando, nel 1940 si ritira nella sua proprietà  di Oxford nel Connecticut, dedicandosi alla fotografia di nudo. Muore nel 1971.

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Barbara Stanwyck, Ziegfeld girl, by Alfred Cheney Johnston2
Dolores, Ziegfeld girl, by Alfred Cheney Johnston, 3
Frieda Mierse, Ziegfeld girl, by Alfred Cheney Johnston8
Hazel Forbes, Ziegfeld girl & Miss United States, by Alfred Cheney Johnston10
Helen and Dolores Costello, Ziegfeld girls, by Alfred Cheney Johnston6
Jean Ackerman, Ziegfeld girl, by Alfred Cheney Johnston4
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Mary Eaton, Ziegfeld girl, by Alfred Cheney Johnston9
Mary Pickford by Alfred Cheney Johnston1
Muriel Finlay, Ziegfeld girl, by Alfred Cheney Johnston7
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Ziegfeld Model - Non-Risque - by Alfred Cheney Johnston - Pierrot Serenading Three Women
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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.