Robert Proch, — venticinque anni, polacco — crea attraverso il suo lavoro un doppio immaginario, statico e al tempo stesso dinamico, sospeso tra la fugacità dell’attimo di stasi e l’eternità del divenire trasformandosi. Sta alla volontà di chi osserva il compito di decidere se rimanere nella presunta quiete o premere il pulsante “Play” per immergersi nelle sue storie.
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