Diego Stocco, sound designer

Diego Stocco è un sound designer, compositore e performer che crea composizioni eclettiche con strumenti costruiti da lui, elementi naturali e tecniche sperimentali.

Oltre ad essere uno dei principali sound designer per il pluripremiato Spectrasonics Virtual Instruments Atmosphere™, Stylus™ RMX and Omnisphere®. Per questi progetti, ha costruito diversi strumenti e ha creato suoni ricavati da oggetti ordinari e fonti organiche. Alcune delle sue creazioni di sound design sono “The Burning Piano”, “Luminosonic”, “The Drying Rack”, “Typosonic Machine” e “Streamsonic”.

Music from a dry cleaner

Quasi tutti i giorni percorrendo la strada per raggiunge la mia panetteria di fiducia, cammino di fronte a una lavanderia.

Quando hanno la porta aperta, si sentono un sacco di suoni interessanti provenienti dalle loro attrezzature di lavoro. Alla fine, i diversi suoni meccanici hanno scatenato qualcosa nella mia mente, così un giorno ho chiesto ai proprietari il permesso di registrare un brano utilizzando le loro macchine come strumenti musicali. Ho usato un ferro da stiro, macchine per la pulizia a secco, una rondella, appendiabiti, e un secchio pieno di sapone. I suoni bassi sono stati creati dai rumori provenienti dalla condotte e dai motori. Non ci sono suoni aggiuntivi creati con strumenti tradizionali o elettronici.

Music From A Tree

Nel giardino di casa mia c’è un albero con tanti rami cresciuti in modo casuale. Sembra strano e piacevole allo stesso tempo. Un giorno mi sono chiesto se potevo creare un brano musicale con esso.

Per “accordare” l’albero ho preso una nota fondamentale e messo a punto i ramoscelli con un temperamatite. Ho usato due Røde NT6 e un NTG-2 come microfoni, combinato con uno stetoscopio modificato.

Ho registrato le tracce dal vivo su un sistema Pro Tools LE. Non ho usato alcun sintetizzatore o campionatore per creare o modificare i suoni. Tutti i suoni provengono dall’albero, l’archetto suonato con i ramoscelli, scuotendo le foglie, suonando ritmi sulla corteccia e così via.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.