Nest Learning Thermostat

Tony Fadell, per chi non lo conoscesse, è il “papà” dell’iPod ed ora reinventa un dispositivo che si trova in tutte le case ma è spesso trascurato dal punto di vista progettuale: il termostato.

Mentre stava costruendo la sua nuova casa e dopo una attenta analisi di mercato, Fadell ha scoperto che vengono venduti ogni anno 10 milioni di termostati. Solo il 6% dei termostati programmabili sono in realtà “programmati”, nonostante un termostato programmato possa far risparmiare il 30-40% dei costi del consumo di energia. Questo è dovuto chiaramente ad un grave problema di progettazione.

Il Nest (nido) Learning Thermostat impara a conoscere noi e la nostra casa per equilibrare il comfort e il suo mantenimento grazie al software che nasconde al suo interno, eliminando così la programmazione e le costanti regolazioni. Nest può fare una notevole differenza, aiutando a ridurre il nostro consumo di energia. È sufficiente configurare pochi parametri e una settimana di regolazioni di temperatura, tutto qui.

Questo termostato innovativo ci permetterà di contenere notevolmente i nostri consumi di energia; basti pensare che attraverso la sua tecnologia sarà in grado autonomamente di capire se siamo in casa oppure no. Essendo connesso in Wi-Fi potremo accedere alle sue funzioni tramite la rete, accedere allo storico dei consumi per valutare i risparmi. L’interfaccia grafica è immediata e semplice come un iPod: si regola la temperatura ruotandolo, il display diventa blu se si abbassa la temperatura e rosso se si alza. Una piccola foglia verde ci indicherà i consumi ottimali per noi.

L’installazione è semplice come montare un qualsiasi apparato di illuminazione. Il costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 250$, un’pò caro forse, ma prima dell’iPhone chi avrebbe pensato di spendere 600$ per un telefono?

Tony Fadell (a destra) e Matt Rogers fondatori di Nest.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.