Collages, Francesco Chiacchio

Francesco Chiacchio ci racconta i suoi collages:

“Ho un groviglio di pensieri che stanno tra la colla e le forbici, cerco di dipanarlo e comincia un viaggio ripido tra diagonali, curve, coincidenze, fortune e naufragi.

Il tavolo è un mare mosso di carta, ogni onda è uno strappo che mi indica la direzione. Recupero ogni frammento necessario al viaggio da riviste, dai muri delle strade,  dai tavolini traballanti dei bar, da pagine di vecchi libri finiti nella spazzatura… alcuni pezzi arrivano dalla mia città, altri da piccoli o lunghi viaggi. Capita così che ogni pezzo si carichi di ricordi: ce n’è uno grande e rosso che si apre su una piccola strada di Stromboli, c’è una grossa A che mi riconduce a un sorriso preciso, ci sono pagine ingiallite e mi ritrovo vicino alla cattedrale di Palermo. Alcuni strappi possono aspettare persino un anno prima di trovare la loro collocazione, sono carte che provengono da altre storie, sono piccoli suoni e rumori che pesco tra le correnti delle pubblicità, dei servizi di moda, dai reportage, dai manifesti dei concerti, dalle brochure dei musei… Quando rovescio la mia rete sul tavolo, ho un groviglio di colori e linee tra la colla e le forbici, è a quel punto che cerco di ricomporre tra loro le parti, cercando una nuova armonia.

E così, aggiungiamo noi, se il pirandelliano “strappo nel cielo di carta” ha già da tempo demolito e scomposto l’identità dell’essere, ciò che resta di quel cielo viene sottoposto a nuovi tagli, strappi e scarabocchi per dar vita a personaggi che su quella demolizione hanno costruito la loro casa.

Il collage seguente è stato realizzato in collaborazione con il fotografo Valentino Griscioli per la cover art del nuovo album di Francesco Bearzatti alla guida del Tinissima Quartet.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.