Herman Miller Posters

Dalla pubblicità di un prodotto alla promozione di un film o di un concerto, i poster sono un veicolo unico per raccontare storie, comunicare idee e catturare la storia. Sotto la direzione di un occhio attento e mani talentuose, i poster hanno il potere di suscitare l’azione e l’emozione fino ad elevarsi addirittura ai ranghi dell’arte.

L’azienda americana Herman Miller, produttrice di mobili per l’ufficio divenuti icone di design, ha collaborato con alcuni dei più grandi designer del secolo scorso: Isamu Noguchi, gli Eames e George Nelson, per citarne solo alcuni. Ma al tempo stesso – anche se più silenziosamente – l’azienda ha lavorato con alcuni leggendari graphic designer come John Massey, Armin Hoffman e Don Ervin per la produzione di annunci iconici.

Con la mostra Then x Ten l’azienda ha voluto celebrare la potenza dei poster. Così accanto ai classici manifesti entrati nella storia di Hermann Miller, trovano spazio nuovi manifesti creati da alcuni tra i più talentuosi progettisti del mondo, tra gli altri Eda AkaltunSanghon KimJonathan Zawada.

Armin Hoffman, anni 60

Adv Herman Miller – Don Ervin, 1961
Don Ervin è stato un artista poliedrico che ha iniziato la sua carriera presso la George Nelson & Associates, prima come designer e poi come direttore dell’ufficio di Graphic Design. Ervin ha creato molti loghi noti, annunci e manifesti, compreso questo, un insieme di classici prodotti Herman Miller rappresentati attraverso sagome nere. Il suo stile è spesso replicato ancora oggi.

Chadwick Modular Seating – Steve Frykholm, 1981
Linee rette, archi, serpentine erranti, loop, cerchi pieni ottenuti con soli cinque semplici componenti: il soggiorno modulare Chadwick potrebbe essere organizzato in quasi qualsiasi forma. Una caratteristica resa evidente in questo poster promozionale disegnato da Steve Frykholm, il primo progettista grafico interno di Herman Miller.

Sketch – Bill Stumpf, 1989
Parodiando le scomode sedie che ha trascorso a migliorare durante la sua carriera, il progettista Bill Stumpf ha scarabocchiato questo schizzo sul retro di un tovagliolo. Afferrato rapidamente dal graphic designer Steve Frykholm, il disegno è diventato un poster. Stumpf è ampiamente riconosciuto come un pioniere del design ergonomico e un collaboratore di lunga data di Herman Miller. Come co-creatore della Aeron Chair (insieme a Don Chadwick), ha contribuito a trasformare il concetto stesso di seduta.

Sweet Corn Festival – Steve Frykholm, 1970
Steve Frykholm è entrato in Herman Miller nel 1970 come suo primo progettista grafico interno. Dopo due settimane di lavoro, gli è stato chiesto da un dirigente di realizzare un manifesto che annunciasse il picnic annuale dei dipendenti della società. In un momento di ispirazione, Frykholm si è messo una spiga di grano in bocca e ha chiesto a un collega di fare un rapido schizzo. Da questo, ha creato questo manifesto, che ha vinto un premio dell’American Institute of Graphic Arts (AIGA).

Action Office 2 – John Massey, 1969
“Il design deve rispondere al problema che è stato chiesto di risolvere”, spiega il graphic designer John Massey, “ma può ottenere una vita propria, quando il progettista gli infonde uno spirito.” Questo manifesto, che utilizza il colore e la forma per esprimere l’ottimismo e la flessibilità di un prodotto innovativo, ne è un esempio. Massey ha ricevuto la medaglia dell’American Institute of Graphic Arts (AIGA) nel 1994.

Eames Hang-It-All di Craig Redman and Karl Maier
Per Then x Ten, il duo ha deciso di creare un ritratto che ritrae insieme Charles e Ray Eames, spiegando, “erano un’unica forza creativa, Charles con un papillon e Ray con un nastro tra i capelli. L’Hang-It-All (il celebre appendiabiti) è integrato nel disegno, e anche se non si vede l’intero prodotto, se ne intuisce la forma.”

Eames Molded Plywood Chair – Eda Akaltun
Sotto l’occhio attento di Eda Akaltun, vecchie foto diventano collages che richiamano un senso di nostalgia. Mentre lavorava su questo progetto, Akaltun ha trovato ispirazione nella natura giocosa che Charles e Ray Eames hanno applicato al design. “Insieme hanno creato la Molded Plywood Chair che funziona bene in qualsiasi ambiente.” Akaltun spiega, “Le quattro camere comunicanti raffigurano la sedia in diversi contesti e, mi auguro, di aver catturato lo spirito ludico della coppia.”

Nelson Coconut Chair – Jonathan Zawada
Jonathan Zawada è un graphic designer il cui stile è in continua evoluzione. Trova la sua ispirazione nella “bellezza semplice” della Coconut Chair: “volevo che il mio progetto attirasse l’attenzione su quella forma. Ho anche voluto rendere omaggio alla immediatezza e alla semplicità dei manifesti di Herman Miller del passato, con l’aggiornamento del linguaggio visivo per un pubblico che vive in un mondo di emoticon”.

Eames Lounge e ottomano – Petra Mrzyk & Jean-François Moriceau
Designers & Mrzyk Moriceau sono noti per i loro maliziosi nero-bianco e disegni al tratto. Con figure amorfe impilate uno sopra l’altra e inserite tra due sedie Eames Lounge, il loro poster è certamente all’altezza della loro fama. Alla richiesta di spiegazioni, gli artisti hanno rifiutato, affermando: “non ci piace spiegare il nostro lavoro, preferiamo far immaginare quello che vogliono”.

Le iniziali di Herman Miller – Emily Forgot
Emily Forgot (il soprannome curioso dell’artista grafica Emily Alston) abbraccia il quotidiano e, occasionalmente, il surreale per creare immagini che sorprendono. “Ho voluto creare qualcosa di familiare e nostalgico, ma con le lettere (HM) al suo centro. Il progetto finale è sottile: Il ‘HM’ è costituito da pannelli di ufficio e abitata da elementi surreali, personaggi e, naturalmente, mobili di Herman Miller”.

Nelson Marshmallow Sofa Keiichi Tanaami
Keiichi Tanaami è un illustratore e graphic designer che si rifà all’arte psichedelica e pop e al suo Giappone. Nel poster per il divano Marshmallow, Tanaami rappresenta il design iconico galleggiante in un contesto di “creature colorate che si contorcono in un caotico mondo moderno.” Ed osserva che la donna serpente in relax sul divano “sembra divertirsi.”

Eames Walnut StoolSanghon Kim
Sanghon Kim si muove senza soluzione di continuità tra i media in cerca di un linguaggio e un forte impatto visivo. Un viaggio, in questo caso, che trasporta lo spettatore in un bosco fantastico creato dalle forme ripetute del Walnut Stool di Eames che diventa la casa di Walnut Boy, “un personaggio ispirato a uno dei disegni di mia figlia e un simbolo dello spirito gioioso di Eames”.

Aeron Chair – Kam Tang
Il lavoro di Kam Tang è caratterizzata da una meticolosa attenzione per i dettagli e la costante reinvenzione. Per questo progetto Tang ha scelto di trasmettere la leggerezza e la trasparenza della Aeron Chair. “Considerando l’imbottitura delle sedie per ufficio tradizionali, il materiale Pellicle Aeron rappresentava una nuova alba.”

Eames Molded Plastic Chair – Felix Pfäffli
Alla richiesta di creare un poster per la Molded Plastic Chair di Eames, Pfäffli ha optato per un approccio semplice che focalizza l’attenzione dello spettatore sulla forma della sedia. “Ho notato che da un certo punto di vista la sedia di poteva trasformare nel corpo di una bella donna con l’aggiunta di soli tre forme semplici.”

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.