Andata e ricordo Souvenir de Voyage.
Al Mart di Rovereto

Marcello Dudovich - In spiaggia, 1920
Marcello Dudovich – In spiaggia, 1920

Al Mart Rovereto dal 22 giugno 2013 all’08 ottobre 2013.

“C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio” Andrej Tarkovskij

Fotografie dei Grand Tour ottocenteschi, le prime guide dei viaggiatori di inizio novecento, i diari di viaggio dei futuristi, la parabola della pubblicità dall’illustrazione d’autore al kitsch, l’ironia della Pop-Art, i linguaggi contemporanei del video e dell’installazione. Sono alcune delle sorprese di una mostra prodotta dal Mart di Rovereto e a cura di Nicoletta Boschiero, Veronica Caciolli, Daniela Ferrari, Paola Pettenella, Alessandra Tiddia, Denis Viva, con presenta in catalogo un saggio di Fernando Castro Florez.

La mostra si apre con “Tempo di viaggio”, un racconto per immagini del grande regista russo Andreij Tarkovsky che nel 1983 compiva il suo Grand Tour accompagnato dal poeta e sceneggiatore Tonino Guerra. Un modo di viaggiare, quello di Tarkovsky e Guerra, che non cedeva alle tentazioni della memoria, ma che raccoglieva immagini per appropriarsi di se stessi e del mondo. Il racconto di questo viaggio introduce in modo critico il tema chiave della mostra: oggi l’industria globale del turismo di massa ci inonda di immagini di luoghi con un “taglio turistico”. Sono “immagini delle immagini”, che alimentano le nostre mappe mentali e che condizionano la nostra immagine del mondo in un senso ben preciso: quello della progressiva sovrapposizione degli spazi turistici e di quelli culturali.

La costruzione degli spazi destinati ad ospitare l’esperienza turistica, si evolve in modo innovativo e speculare all’evoluzione culturale in atto nella società contemporanea. Lo spazio turistico postmoderno è cioè caratterizzato da un’estrema frammentazione dei segni che lo orientano.
Il souvenir è il regalo che ci portiamo dai viaggi turistici, è convenzionale e già visto, ma non possiamo farne a meno. Anche l’arte è un dono che sta tra la insignificanza e la sublimazione, il risultato di un viaggio o di un processo del quale spesso si sono cancellate le orme.

Rä Di Martino – No More Stars (abandoned Movie props Flamethrower), 2011 Courtesy The Artist and Monitor, Rome
PetriPaselli – Roma – Fontana di Trevi, 2008. Dalla serie Souvenirs d’Italie. Courtesy degli artisti
Tano Festa – Michelangelo according to Tano Festa, 1967. Mart, Collezione VAF-Stiftung

Emilio Isgrò – “Carta geografica cancellata”, 1970, Mart, Collezione VAF-Stiftung
Luca Vitone – 2Arrivo a Colonia”, 1998, Courtesy dell’artista e Franco Soffiantino Contemporary Art Productions

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.