Macy’s 4th of July typography, Craig Ward

Il 4 luglio, quando l’America ricorda il giorno in cui ottenne l’indipendenza dalla Gran Bretagna, i cittadini americani celebrano la loro libertà e tra le abitudini ormai consuete trovano spazio sicuramente gli spettacoli pirotecnici.

Questo progetto è nato proprio quando la catena della grande distribuzione statunitense Macy’s ha commissionato all’art director e graphic designer Craig Ward la realizzazione di un progetto di tipografia per pubblicizzare lo spettacolo con fuochi d’artificio organizzato in occasione della festa del 4 luglio. Grazie all’utilizzo di decine di lampadine a LED, magneti e batterie al litio, strisce LED flessibili e stroboscopiche, nastri e una barra di metallo sulla quale fissare le luci, Craig è riuscito a trovare una soluzione originale alla richiesta della committenza. Ispirandosi alla geometria classica dei font stile Broadway anni ’20, ha creato così un kit di strumenti adatti ad un lavoro tipografico. Il passaggio successivo è consistito nel realizzare le fotografie che, una volta sovrapposte, sono andate a comporre le varie lettere.

Nel complesso ho scattato, con esposizione molto lunga, circa 500 foto di linee rette, cerchi e semicerchi insieme ad alcuni “scarabocchi” più energici. Poi ho cominciato a formare le singole lettere attraverso la stratificazione dei segni luminosi, fino ad arrivare alle immagini finali.

Ogni lettera è unica e utilizza, in media, circa undici fotografie più alcuni livelli di regolazione.

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Craig Ward è un designer e art director britannico (attualmente vive e lavora a New York) conosciuto principalmente per i suoi lavori tipografici pionieristici e sperimentali. Autore del libro best seller, ‘Popular Lies About Graphic Design‘ da non perdere.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.