A stroke journey, Matteo Berton

Matteo Berton vive e lavora a Pisa come visual designer freelance. Dopo la laurea presso l’Accademia Internazionale di Comics di Firenze, ha iniziato a lavorare come fumettista. Nel 2010, Matteo ha vinto il Concorso Progetto Lucca con “Nelle lande dei giganti”, una graphic novel realizzata con Francesca Santi e pubblicata da Edizioni BD nel 2011. Negli ultimi anni, Matteo si è concentrato sulla figura, cercando di evolvere il suo tratto in modo più sintetico e sporco. Si è laureato in visual design presso l’Università di Disegno Industriale di Firenze nel 2012. Sta costantemente spingendo la sua ricerca sempre più oltre attraverso motion design, video, tipografia e illustrazione.

Negli scorsi due anni ho sentito l’esigenza di concentrare la mia ricerca stilistica sul segno, in particolar modo di allontanarmi dall’effetto morbido della pennellata, cercando di sporcarlo ma mantenendo allo stesso tempo una leggibilità grafica. Da qui la scelta di utilizzare il pennello solo a secco su carta ruvida e di rendere la penna lo strumento centrale del mio stile. Allo stesso tempo ha assunto sempre più valore l’esperienza accumulata con gli sketch. Quell’effetto di freschezza del non finito, del piccolo errore, della linea tremolante e della campitura a penna tipica degli sketch, è diventato lentamente un canone estetico per me.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.