Improv Everywhere, We cause scenes

Improv Everywhere è un collettivo che ha sede a New York ed ha lo scopo di provocare “scene di caos e gioia” in luoghi pubblici. Nato nel mese di agosto del 2001 da un’idea di Charlie Todd, Improv Everywhere ha dato vita fino a oggi a oltre 100 messe in scena coinvolgendo complessivamente decine di migliaia di attori “in borghese”.

Alcune delle “missioni” del gruppo utilizzano centinaia di artisti e sono simili a flash mob (anche se Improv Everywhere nasce prima della diffusione del fenomeno flash mob), mentre altre sono esibizioni più ristrette. I membri di lunga data sono solitamente i principali attori del missioni, ma molte di queste sono anche aperte al pubblico. Tra gli eventi a cui hanno aderito più persone c’è sicuramente quello annuale “No Pants” che ha perfino attirato l’attenzione della polizia. In questa occasione numerose persone si ritrovano in metropolitana senza pantaloni.

Il 22 gennaio del 2006, mentre 160 persone partecipavano all’evento, la polizia di New York ha ammanettato otto membri del gruppo, prendendoli in custodia e convocandoli in dipartimento per condotta disordinata. Dopo essere andati in tribunale le accuse sono state respinte e gli otto membri non hanno subito nessuna pena. Nel 2011 oltre 3.500 persone hanno partecipato alla “corsa senza pantaloni” a New York, e altre migliaia hanno fatto lo stesso in altre 48 città di tutto il mondo.

Todd ha dichiarato che “No Pants” si è evoluto da un piccolo scherzo nel 2002 in una “celebrazione internazionale della stupidità”.

L’ultimo video che sta facendo il giro del web è la simulazione dell’orgasmo che prende ispirazione dalla celebre scena del film “Harry ti presento Sally” che vedeva come protagonisti Billy Crystal e Meg Ryan e riproposta nello stesso bar della pellicola cinematografica da un numeroso gruppo di donne.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.