Tebe dalla sette porte, Giovanni Lussu

Il quaderno raccoglie l’esperienza didattica dell’autore nell’ambito della cultura grafica e della progettazione visiva in numerose istituzioni italiane per oltre trent’anni.

L’ISIA di Urbino ha presentato il volume Tebe dalla sette porte di Giovanni Lussu. Il quaderno raccoglie l’esperienza didattica dell’autore nell’ambito della cultura grafica e della progettazione visiva in numerose istituzioni italiane per oltre trent’anni.

Da sempre impegnato nella formazione e nella cultura della professione, la sua visione della didattica, o meglio ancora della non-didattica, si presenta lineare, di impegno civile prima ancora che formativo, legata profondamente alla sua professione di “artigiano della grafica”.

L’augurio è quello che questa pubblicazione sia lo stimolo e l’inizio di una riflessione sempre più profonda e apra un dibattito sempre più esteso sulla responsabilità del mondo della formazione.

Scheda del libro
Autore: Giovanni Lussu
196 pagine stampate in B/N con due segnature a 4 colori
su carta patinata opaca 150 gr
Formato 21×29,7 cm  con copertina su carta 300 gr
plastificazione opaca, rilegato a brossura.
ISBN 9788890910302
Stampato a cura dell’ISIA di Urbino

Giovanni Lussu
Nato a Roma nel 1944, è stato tra i fondatori dello studio grafico Fantastici 4 (1968) e di Jumblies s.r.l. (1996), società di progetti di comunicazione.
Docente del Politecnico di Milano (1993-2010) e del Master in editoria della Scuola superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna (2001-10), ha inoltre insegnato all’Isia di Roma, alla Sapienza di Roma, al Politecnico di Bari e all’Università di Sassari.
Tra i promotori della Biennale della Grafica di Cattolica (1984) e della Carta del Progetto Grafico (1989), è membro onorario dell’Aiap (Associazione italiana design della comunicazione visiva), che ha rappresentato nel Beda (Bureau of european design associations) e nell’Icograda (International council of graphic design association), e del Double Crown Club.

Relatore in convegni nazionali e internazionali, autore di saggi e interventi apparsi su pubblicazioni del settore, ha pubblicato La lettera uccide (1999) e Libri quotidiani (2003) e ha tradotto Radici della scrittura moderna di James Mosley (2001), Tipografia moderna di Robin Kinross (2005) e Storie della tua vita di Ted Chiang (2008).
Tra gli autori di Farsi un libro (1990) e tra i fondatori della rivista Calligrafia, dirige la collana Scritture di Stampa Alternativa.

Domande di un lettore operaio
Tebe dalle sette porte. chi la costruì?
Nei libri ci sono i nomi dei re.
Sono stati i re a trascinare i blocchi di pietra?
E Babilonia più volte distrutta,
chi altrettante volte la costruì di nuovo? In quali case
di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?
Dove andarono la sera, quando fu finita la Grande Muraglia,
i muratori? La grande Roma
è piena di archi di trionfo. Chi li tirò su? Su chi
trionfarono i Cesari? La tanto cantata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella leggendaria Atlantide,
quando il mare li inghiottì, quelli che affogavano
chiamavano nella notte i loro schiavi.

Il giovane Alessandro conquistò l’India.
Lui solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva neanche un cuoco con sé?
Filippo di Spagna pianse, quando la sua flotta
fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico di Prussia vinse la Guerra dei sette anni. Chi
vinse oltre a lui?

Ogni pagina una vittoria.
Chi cucinò la cena della vittoria?
Ogni dieci anni un grande uomo.
Chi ne pagò le spese?

Tante storie,
tante domande.

Bertolt Brecht, da Svendborger Gedichte (1926-39)

Il volume può essere richiesto tramite mail a biblioteca@isiaurbino.net
con una piccola
donazione per le spese di spedizione da un minimo di otto euro.

Per la versione inglese scarica il pdf tebe_dalle_sette_porte_english

(fonte Isia Urbino)

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

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