Heinz Waibl (1931): Graphic Designer – il viaggio creativo

Heinz Waibl logo FLOS (negativo), 1960

Inaugura venerdì 16 maggio 2014, al m.a.x. museo di Chiasso la mostra monografica “Heinz Waibl (1931): Graphic Designer – Il viaggio creativo” a cura di Alessandro Colizzi e Nicoletta Ossanna Cavadini.

La mostra che si inserisce nel filone della “grafica contemporanea” è dedicata quest’anno a Heinz Waibl (1931) graphic designer. Il viaggio creativo, uno dei protagonisti del dibattito sulla comunicazione visiva, il cui linguaggio attraverso 60 anni di continua attività è incredibilmente attuale.

Waibl ha l’occasione di conoscere e frequentare fin da giovane grandi maestri, riuscendo ad assimilare le loro lezioni: dall’esperienza del Bauhaus allo studio Boggeri, ai nomi più illustri del design italiano, a Max Huber. Allo stesso tempo, come scrive nel 2003 Gillo Dorfles, “sin dai primissimi lavori (la pubblicità per Alluminio, quella per i Magazzini allo Statuto di Roma), era possibile individuare la presenza d’una volontà di “trasgredire” certe situazioni, già allora cristallizzate, e, d’altra parte, di non lasciarsi “corrompere” dalle coeve avventure “radicali” e “ornamentali” che nel frattempo avevano irretito molta grafica nostrana”.

Nato a Verona nel 1931, Waibl coadiuva nello studio milanese il celebre storico dell’arte Sigfried Giedion proprio durante le fasi di stampa della prima edizione del classico Space, Time and Architecture. Fondamentale poi il suo incontro con Max Huber, per il quale lavora dal 1950 al 1954. Nel 1958, invece, Adriano Olivetti gli chiede di creare l’immagine e il marchio Società Generale Semiconduttori S.G.S., mentre è addirittura più che ventennale la sua collaborazione con gli architetti Achille e Pier Giacomo Castiglioni con i quali realizza, fra l’altro, negli anni dal 1985 al 1991 gli allestimenti per la Bticino all’Intel, fiera internazionale biennale. Waibl progetta manifesti e stampati per la Rai, per Italia Nostra, per l’Ente Provinciale del Turismo di Milano, per la Rinascente, Atkinsons, Olivetti e Pirelli. Waibl ottiene particolare accredito con il disegno del marchio della ditta Flos, fondata nel 1961, che riscuoterà nel settore del design grande successo.

A cavallo fra gli anni ’60 e ’70 è negli Stati Uniti a Chicago e in seguito un anno a Johannesburg, per la Unimark Corporation for Design and Marketing, e si trova quindi a lavorare con aziende come Levi’s, Tucson Arizona, Transunion Corporation, JCPenny e American Airlines.

Nel 1974 gli viene affidata la cattedra di Visual Design alla Scuola Politecnica di Design di Milano tenuta fino al 2005. Sempre il 1974 è anche l’anno che segna la fondazione, insieme a Laura Micheletto, dello Studio Signo a Milano poi trasferito nel Veneto. Innumerevoli le ditte che si affidano al suo studio per la creazione del loro logotipo: Alivar, Cinzano, Max Meyer, Venini Venezia, Nava Milano, Bticino, Motta, Gruppo CartoInvest. A questi, e molti altri, si aggiungono i numerosi contributi che Studio Signo fornisce nel campo della grafica per la pubblica utilità, come AMIU Bologna, Ferrovie Nord Milano, Polizia Municipale dell’Emilia Romagna, Publiser Empoli, Quadrifoglio Firenze, Museo Archeologico Montelupo Fiorentino, Museo La Civitella Chieti, Regione Emilia Romagna, la Polizia Municipale della stessa Regione, la nuova Provincia di Biella e siti archeologici di Pompei, oltre che in tempi recenti il logo del premio internazionale Klima energy Award promosso dalla Provincia di Bolzano. Heinz Waibl è stato uno dei primi soci dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) e poi membro del comitato direttivo – e dallo scorso anno socio onorario –, e membro dell’AGI (Alliance Graphique Internationale) dal 1974, poi presidente della sezione italiana fino al 2005. Ha inoltre fatto parte della commissione per la selezione dei progetti di graphic design per l’assegnazione del Compasso d’Oro.

Nell’ambito della mostra, inoltre, una sala del m.a.x. museo sarà dedicata all’attività grafica di Max Huber dagli anni ’50 agli anni ’70, nel periodo di contatto con Heinz Waibl. L’esposizione si terrà nel 2015 anche presso il Centre de design dell’Université du Québec a Montréal (UQAM). Come di consueto, a corollario dell’esposizione si terrà un incontro aperto al pubblico; in questo caso sarà lo stesso autore a raccontarsi: Heinz Waibl graphic designer martedì 27 maggio 2014 alle ore 20.30 presso il foyer del Cinema Teatro di Chiasso (di fronte al m.a.x. museo), cui seguirà l’apertura straordinaria del m.a.x. museo dalle ore 21.30 alle 23.30.

Manifesto per concorso indetto all’EPT, Milano 70×100, 1975
Marchio e logotipo Museo Montelupo, 1988
Marchio e logotipo Museo Montelupo, stationary, 1988
Heinz Waibl logo FLOS (negativo), 1960
Carta Mas
Locandina Gasparotto, 1958
Marchio Peralit, 1950
Heinz Waibl, Milano 1962

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Laboratori didattici
In concomitanza con le esposizioni, il m.a.x. museo organizza laboratori per bambini e adulti. In occasione della mostra dedicata a Heinz Waibl vengono proposti tre temi:

1) ABCingioco
Partendo dalle iniziali dei nostri nomi possiamo costruire
un alfabeto fantastico utilizzando materiali strani e realizzando così il nostro abecedario personale.

2) MmmMmMMmMm… che bel carattere!
Alla base della comunicazione pubblicitaria e della grafica vi è l’immagine e anche la scrittura viene indagata e trattata come una serie di segni grafici. Giochiamo anche noi con i caratteri tipografici alla scoperta delle infinite possibilità di scrivere una parola in modi diversi.

3) Lettere simboli e logotipi
Segni e marchi sono fondamentali nella comunicazione pubbli- citaria per la loro capacità di sintetizzare uno stile, un messaggio, un prodotto. Facciamo una caccia al logo e poi… proviamo a costruirne uno nostro.

I laboratori didattici sono rivolti a:
classi delle scuole dell’obbligo: in orario scolastico durante la settimana, dal lunedì al venerdì
bambini e adulti: di sabato e domenica (ore 15-17) e il mercoledì pomeriggio.

I laboratori sono tenuti da operatori didattici con certificato del Percorso Formazione Specialistica rilasciato dall’Associazione Bruno Munari e si svolgono presso il m.a.x. museo sull’arco di due ore circa con gruppi scolastici di minimo 15 e massimo 25 partecipanti, mentre per i gruppi liberi si richiede un minimo di 15 presenze.

L’attività è seguita da una visita “attiva” alla mostra (con criteri diversi secondo il gruppo di partecipanti).
Il costo complessivo per laboratorio è di CHF 10.- a bambino o adulto; il materiale viene messo a disposizione dal museo. Iscrizioni presso il m.a.x. museo.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.