Hate Mail, Mr. Bingo


“Manderò una cartolina offensiva alla prima persona che risponderà a questo tweet” è ciò che ha postato Mr. Bingo, illustratore londinese che vanta collaborazioni anche con grandi riviste internazionali, durante una nottata alcolica nell’aprile 2011. Dopo numerose risposte al suo post e dopo aver inviato, come promesso, la prima cartolina offensiva ad un certo Jonathan Hopkins, il popolare progetto “Hate Mail ” è nato.

“Hate mail” offre cartoline piene di insulti sapientemente concepiti e illustrati che possono essere inviati agli avvocati o ai peggiori nemici semplicemente pagando un piccolo contributo. In realtà l’idea è piaciuta a tal punto che nella maggior parte dei casi chi ha ordinato la cartolina lo ha fatto per se stesso pur sapendo di essere l’oggetto delle invettive.

“Amo le lettere e mi sono preoccupato del fatto che la gente in questo periodo non riceve mai cose divertenti tramite posta. Soprattutto le cartoline. Così ho avuto un’idea molto semplice. Mi mandi una quarantina di sterline (più spese di spedizione) e ti manderò una cartolina d’epoca con un disegno e un messaggio offensivo su di esso. (Ecco perché si chiama “Hate Mail”). Così si ottiene un disegno originale firmato, il postino si fa una risata e il mondo è un po’ più felice.”

Mr. Bingo è stato travolto dalle richieste ricevute dalla rete, tanto da aver dovuto saltuariamente sospendere le spedizioni per non essere riuscito a tenere il passo con la domanda. Oltre 700 cartoline illustrate infatti hanno già attraversato il sistema postale del Regno Unito. Per raccogliere le numerose cartoline illustrate da Mr. Bingo, Penguin ha pubblicato un libro intitolato, naturalmente, “Hate Mail”, contenente tutte le sgradevoli battute che hanno fatto diventare questo progetto così amato.

E, a proposito di insulti, se chiedete a Mr. Bingo di lavorare gratis ecco cosa vi risponde nel suo sito.

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Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


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