Kangeri Nomadic Radiator, Satyendra Pakhalé

Kangeri Nomadic Radiator è un progetto del designer indiano Satyendra Pakhalé per l’italiana Tubes Radiatori, presentato al Salone del Mobile di Milano 2014: un radiatore mobile elettrico in alluminio e legno di quercia, ideato per riscaldare lo spazio prossimo che circonda l’utente creando una confortevole zona calda.

La necessità del riscaldamento implica elevati consumi ma allo stesso tempo deve essere di stimolo per una nuova coscienza sensibile ad un uso consapevole dell’energia. Molto spesso, infatti, non è necessario riscaldare tutta la casa ma solo uno spazio ridotto intorno a noi. Kangeri Nomadic Radiator risponde a questa esigenza in modo innovativo con la tecnologia più moderna ma facendo riferimento ad un oggetto antico della cultura nomade indiana e che la mitologia vuole provenga dall’Italia: il kanger, un piccolo vaso in terracotta, ricoperto in vimini e contenente braci ardenti, utilizzato dai kashmiri sotto i loro abiti tradizionali per combattere il freddo. Per celebrare il legame culturale con l’Italia, il nome è diventato ‘kangeri’.

Creare curiosità negli oggetti non significa necessariamente rispondere a un’esigenza di utilità come disegnare qualcosa che riempie lo spazio, un oggetto cubico ad esempio, perché tutto è stato già fatto. Per me il design deve davvero creare quella connessione poetica con l’immaginazione dell’utilizzatore per diventare parte della sua vita. Satyendra Pakhalé

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.