Non è un paese per vecchi, Lanzavecchia + Wai

photography © Davide Farabegoli

Francesca Lanzavecchia (classe 1983, Italia) e Hunn Wai (classe 1980, Singapore) sono i fondatori dello studio di design Lanzavecchia+Wai. Si sono incontrati alla Design Academy di Eindhoven dove entrambi hanno conseguito un Master in Design sotto la direzione di Gijs Bakker, co-fondatore di Droog Design. Precedentemente Francesca ha studiato Product Design al Politecnico di Milano, mentre Hunn Industrial Design alla National University di Singapore. I due designer hanno fondato lo studio nel 2009 e hanno iniziano fin da subito a dedicarsi alla sperimentazione nel campo del design, dell’artigianato e dell’ingegneria sovvertendo logiche comuni e partendo dall’incontro tra due diverse culture, punto cardine del loro processo creativo.

Tra i numerosi progetti che hanno realizzato, tutti di notevole qualità, abbiamo deciso di dedicare questo post alla serie del 2012 Non è un paese per vecchi che comprende tre oggetti studiati per le persone anziane: Togheter, un set di tre bastoni a rotelle per deambulare con vassoio, porta ipad o cesto integrati; Assunta, una sedia da cui ci si può alzare più agevolmente grazie a una barra inclinata posta nella parte dei piedi che aiuta a dare lo slancio e grazie ai braccioli che si inclinano seguendo il corpo; MoonLight Table Lamp, una lampada a led con uno schermo per l’ingrandimento.

TOGHETER

photography © Davide Farabegoli
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“Quando invecchiamo la nostra casa cambia. E gli oggetti medicali la rendono una sorta di secondo ospedale. Con i bastoni Together e la lampada MonoLight abbiamo cercato un’estetica domestica. Sono complementi adatti al catalogo di qualsiasi azienda. Ricordo una signora che mi raccontò come suo figlio volesse farle usare un deambulatore. Lei lo ha obbligato a costruirle due bastoni con il legno della foresta dietro casa perché “voleva sentire amore””.

ASSUNTA

photography © Davide Farabegoli
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“Nel progetto “No Country For Old Men” si incrociano conoscenze fisiatriche, uno studio dei bisogni reali delle persone anziane e una ricerca sui materiali a livello sensoriale. Se vogliamo che un oggetto diventi estensione del nostro corpo, dobbiamo pensare all’intimità e al piacere tattile. Ci siamo così immedesimati nella fisicità di un corpo umano non più giovane, con la necessità di vivere gli oggetti e di muoversi, ma anche di percepire dolore.”

MOONLIGHT TABLE LAMP

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.