Wunderkammern presenta Anony(fa)mous, la prima personale in Italia di Jef Aérosol

Jean-François Perroy, conosciuto con lo pseudonimo di Jef Aérosol (1957, Nantes), è un pioniere incontrastato della street art internazionale. Jef realizza senza distinzione ritratti di personaggi pubblici o di grande notorietà, e di figure anonime, artisti di strada, passanti, mendicanti, bambini; tutti preferibilmente in bianco e nero e contraddistinti dalla enigmatica freccia rossa, celebre firma e “marchio di fabbrica” dell’artista. Attori del panorama visivo contemporaneo,  i personaggi di Jef  sembrano infine tutti assomigliarsi, come esito e specchio contraddittorio del medesimo tessuto collettivo che li ha determinati.

Per “Anony(fa)mous”, la sua prima mostra personale in Italia presso la Wunderkammern, attraverso forme iconiche e stereotipate di fama e anonimato, Jef indagherà il limitare sottile tra celebrità assoluta e assoluto oblio, alla ricerca del punto invisibile dove gli estremi si incontrano e si identificano, per annullarsi, sempre. Personaggi famosi e gente comune, giovani e anziani, viventi e non, saranno insieme rappresentati per fare emergere la pura umanità di ognuno.  Senza distinzioni, in una sfida divertita e aperta ai meccanismi della comunicazione contemporanea, capace di glorificare e condannare, stabilire importanza e nullità di esistenze private parimenti degne di attenzione e rispetto. Come Jef ci rivela: I starify the anonymous and I anonymize the famous. I take them all back to their “human status”, insisting on the fact that, famous or not, we’re all the same and a star is a human being before anything else (Io faccio degli anonimi una star e rendo anonimi i famosi. Li riporto al loro “status umano”, insistendo sul fatto che, famosi o no, siamo tutti uguali e una star è un uomo prima di qualsiasi altra cosa).

Institut français – Centre Saint-Louis, 20 maggio 2014 | ph. Giorgio Coen Cagli
Institut français – Centre Saint-Louis, 20 maggio 2014 | ph. Giorgio Coen Cagli
Institut français – Centre Saint-Louis, 20 maggio 2014 | ph. Giorgio Coen Cagli

Come anteprima alla mostra, il 20 maggio dalle ore 19, l’artista ha realizzato un’opera permanente in situ sui muri dell’Institut français – Centre Saint-Louis (Largo Toniolo 22, Roma). Altri interventi di street art invece sono stati realizzati all’interno della città di Roma, a incipit e prosieguo ideali delle opere in galleria.

La mostra “Anony(fa)mous” fa parte del progetto Public & Confidential, che ha visto coinvolti cinque tra gli artisti di Street Art più influenti a livello internazionale. Dopo Dan Witz (NY), Rero (Parigi), Agostino Iacurci (Roma/Nuremberg) e Aakash Nihalani (NY), sarà infine Jef Aérosol (Lille) a concludere il ciclo.

Roma (Torpignatara) / ph. Giorgio Coen Cagli
Roma (Torpignatara) / ph. Giorgio Coen Cagli
Roma (Torpignatara) / ph. Giorgio Coen Cagli
Roma / ph. Giorgio Coen Cagli
Roma / ph. Giorgio Coen Cagli
Roma / ph. Giorgio Coen Cagli
Roma / ph. Giorgio Coen Cagli
Roma / ph. Giorgio Coen Cagli
Roma / ph. Giorgio Coen Cagli

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.