“This is… “Catherine Ingram (Lawrence King Publishing)

L’editore Laurence King ha da poco pubblicato (In Italia pubblicati da Electa) una nuova serie di monografie d’arte illustrate, guide visive al lavoro dei maestri del Novecento divenuti icone. La serie inizia con uno sguardo su Jackson Pollock, Salvador Dalì e Andy Warhol con il titolo “This is…”.

Ogni volume combina una parte più usuale, in cui si alternano testi, immagini del lavoro degli artisti e fotografie di archivio, insieme a una più insolita, caratterizzata da un linguaggio tipico dei romanzi a fumetti, dove alcune tavole illustrate raccontano aneddoti personali e momenti chiave della loro carriera. Andrew Rae ha illustrato “This is Warhol” e “This is Dali”, mentre Peter Arkle ha lavorato su “This is Pollock”. I testi sono stati scritti da Catherine Ingram, storico dell’arte freelance che ha avuto l’idea di realizzare la serie dopo aver lavorato su un progetto per il Museo della Scienza. “Ho lavorato su alcune idee per una guida per bambini con Julian House. Le immagini di Julian erano belle e così mi è venuto in mente che avrei dovuto lavorare sulla storia dell’arte allo stesso modo”.

This is Dalì
(Catherine Ingram, illustrazioni di Andrew Rae)

“Ogni mattina, al risveglio, provo l’immenso piacere di essere Salvador Dalí, e chiedo a me stesso, con curiosità, quale cosa portentosa farà oggi questo Salvador Dalí”.

Uno degli artisti più popolari del mondo, noto per il suo stile di vita stravagante, i suoi baffetti all’insù e la sua arte alquanto eccentrica. La gente era affascinata da quest’uomo. I suoi progetti offrivano una prospettiva diversa sul regno della creatività ma, ai suoi tempi, il mondo dell’arte li respingeva con sdegno. A lui, in verità, non importava più di tanto, amava il denaro e il fenomeno Dalí rendeva milioni. Questo volume consente di conoscere i lati inediti dell’artista. Scorrendo il testo si scopre ad esempio che a otto anni Dalì si trasferì con la famiglia in un appartamento con terrazza sul tetto; il principino apprezzava molto quel punto di osservazione sopraelevato così convinse la madre a lasciargli usare la vecchia lavanderia sul tetto come studio: per dipingere stava seduto dentro all’acquaio di cemento e d’estate, quando faceva molto caldo, lo riempiva e vi rimaneva immerso fino alla vita. Il libro è arricchito oltre che dalle illustrazioni, anche dalle riproduzioni delle opere più significative, inserite cronologicamente nella narrazione. Un approccio unico che fornisce sia agli amanti dell’arte sia a chi si avvicina a questa realtà per la prima volta, una panoramica essenziale, accurata e decisamente brillante sulla vita e sul lavoro di uno dei più grandi artisti del ‘900. I volumi di Dalì e Warhol sono i primi di una serie che hanno l’intento di far conoscere in maniera originale la storia di artisti famosi attraverso testi scorrevoli e disegni originali basati su un accurato lavoro di ricerca storica.

This is Warhol
(Catherine Ingram, illustrazioni di Andrew Rae)

“Se vuoi conoscere a fondo Andy Warhol, tutto quello che devi fare è semplicemente osservare la superficie di tutto quello che mi riguarda e mi circonda, le mie opere, i miei film e me stesso. Eccomi qua, non c’è nulla di più di quel che si vede.” Andy Warhol Si legge e si osserva la storia dell’artista, per cui scorrendo il testo si scopre ad esempio che a otto anni Andy si ammalò gravemente. Viveva nella sua camera in una sorta di mondo fantastico, popolato dagli eroi dei fumetti e dalle immagini delle star di Hollywood appese attorno al letto mentre la madre gli leggeva i suoi fumetti preferiti. Guardando le tavole ci si ritrova in camera con un Warhol bambino, si vedono i poster appesi e si comprende da dove nasce la sua ispirazione. Oppure si legge che nel 1960 Warhol comprò una casa su lexington avenue. Era “grande e buia ¿ [e] curiosamente priva di mobili” come un grande gabinetto delle curiosità, ospitava tutti i più eccentrici memorabilia del proprietario, dai distributori di gomme da masticare ai disegni d’artista. Un disegno dell’abitazione di Warhol a dir poco sorprendente trasporta il lettore in questo luogo. Oltre alle illustrazioni, ci sono anche le riproduzioni più significative, presentate cronologicamente. Un approccio unico che fornisce una panoramica essenziale, accurata e decisamente inusuale sulla vita e sul lavoro dei più grandi artisti del mondo. Warhol è il primo di una serie che ha l’intento di far conoscere in maniera nuova la storia di artisti famosi attraverso testi scorrevoli e disegni originali basati su un accurato lavoro di ricerca storica: un tocco di immaginazione alle vicende personali degli artisti.

This is Pollock
(Catherine Ingram, illustrazioni di Peter Arkle)

Nel 1956 la rivista Time descrive Pollock come ‘Jack the Dripper’. I suoi dipinti iconici si sviluppano con la generosità e la scala del paesaggio dell’America occidentale dove l’artista è cresciuto. Pollock disse che dipingeva ‘fuori dalla sua coscienza’: la vernice gocciolante e catartica rifletteva la sua mente turbata. Questo libro ripercorre la carriera di Pollock e della sua fine, di come il suo stile è stato usato come arma politica durante la guerra fredda per rappresentare l’America come una nazione libera e democratica. Le illustrazioni semplificano la teoria e rivelano il significato nascosto dietro la trama delle sue linee dipinte.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.