Il reportage del fotografo Andrea Boccalini ci racconta Terni come città operaia di ieri e di oggi, dove quelli che una volta erano centri industriali in fermento nel tempo sono diventati, per la maggior parte, ruderi “monumentali”. È attraverso questi luoghi che viene esplorato il mondo del lavoro in fabbrica, il disagio, il disastro ambientale e il rapporto dell’uomo che lo ha vissuto e che lo vive anche adesso con il suo sgretolarsi. Anche se si tratta di un reportage fotografico realizzato un paio di anni fa, ci sembra calzante pubblicarlo ora, in un momento di crisi economica profonda italiana e non, e in particolare oggi, mentre migliaia di operai delle acciaierie occupano la quattro corsie che collega la città al nodo autostradale di Orte per protestare contro il piano industriale presentato qualche giorno fa dalla ThyssenKrupp-Ast che prevede 550 licenziamenti in due anni.
“Noi facciamo l’acciaio mica i cioccolatini” con questo slogan i tifosi di Terni, città operaia delle acciaierie, si rivolgevano in un derby contro gli storici rivali di Perugia, città borghese della Perugina. Ogni città ha il suo simbolo e quello di Terni non è stato un monumento, ma l’acciaio e la sua industria. Essa per oltre un secolo ha determinato lo sviluppo sociale, culturale, urbanistico ed economico di tutta la conca ternana. Intorno alle acciaierie è nata una città, una tradizione metalmeccanica e della lavorazione del ferro, ma anche un gruppo industriale, la “Terni”, che è stata fino ad epoche recenti uno dei poli siderurgici, chimici e idroelettrici più importanti d’Europa. Poi è cominciata la stagione dello smembramento dei settori societari, dell’arrivo delle multinazionali, della delocalizzazione e della crisi dell’industria pesante e del sistema socio economico ad essa legato. Questo è il racconto per immagini su ciò che ne è conseguito e su ciò che ne è rimasto, una parabola sullo scontro di un modello di sviluppo industriale con la globalizzazione.”
Note biografiche
Andrea Boccalini è un fotografo trentacinquenne di origine Umbra. ha girovagato lavorativamente in tutto il mondo, e spesso quel mondo erano i quartieri di Roma, tra uffici e redazioni di giornali, agenzie pubblicitarie e tutta quella serie di microcosmi che costellano la vita di un indeciso cronico sul proprio futuro. Cinque anni fa come un salto nel buio è arrivata la decisione di intraprendere la strada del professionismo fotografico. Prima con dei reportage, soprattutto in Sud America e sud Italia per pubblicazioni e mostre. Per una serie di vicende da tre anni il focus della sua creazione si è concentrato prevalentemente nella ritrattistica, da cui è nata una importante serie di collaborazioni per dischi e portfolios con decine di alcuni tra i più importanti musicisti jazz nazionali ed internazionali, e la fotografia di scena con il regista Peter Stein. L’universo romano si è espanso creando i nuovi limiti dall’Umbria a New York tra cui fa la spola per seguire i propri lavori di ritrattistica e seguire il piacere di vivere in campagna.
© Andrea Boccalini