Strøk, Scuola Virgilio di Gaeta

© Anne Esser
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Anders Gjennestad, alias Strøk, classe 1980, è uno street artist norvegese molto conosciuto per la sua particolare tecnica dello stencil in 3D. Ne è un esempio l’intervento dell’artista sulla Scuola Virgilio nel centro di Gaeta, sua prima apparizione in Italia in occasione del festival Memorie Urbane, dove ha dimostrato la sua abilità nel lavorare con la luce e con le ombre delineando spazi illusori i cui protagonisti, in questo caso bambini, sembrano ergersi con forza.

Con l’introduzione dell’ombra, lo stencil di Strok supera la componente bidimensionale del muro e apre a uno spazio di piccoli mondi visti dall’alto in cui figure umane, mai a volto scoperto, animano la vita di strada. I soggetti sono presi dalla contemporaneità di un universo giovane e ribelle che si muove, si sposta e non resta mai fermo. La precisione stilistica è tutta dentro il realismo dello stencil in bianco e nero e nelle mille sfumature di grigio che raccontano degli effetti della luce su maglie, pantaloni, felpe e cappelli. Un abbigliamento studiato in maniera maniacale che definisce l’appartenenza dell’individuo ad un mondo e ad una generazione. Attualmente Strøk vive e lavora tra Berlino e Oslo, le città che hanno ospitato le sue esposizioni più importanti.

© Anne Esser
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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.