“Materiale pane”

Laboratorio di fondamenti del design tridimensionale.

Compressioni puntuali

Materiale Pane è il progetto realizzato nel 2014 dagli studenti del primo anno dell’Università del Disegno Industriale di San Marino durante il Laboratorio di fondamenti del design tridimensionale tenuto dal professore Massimo Barbierato e dalla collaboratrice Chiara Onida, il quale introduce il corso con queste parole:

“La globalizzazione, la rivoluzione informatica e la crisi economica stanno cambiando radicalmente la nostra società nei sogni, nelle scelte e nello stile di vita. Il nostro quotidiano è fatto sempre più di attività immateriale dove il fare ed il pensare con le mani sembrano azioni del passato. Parallelamente, l’idea di slow food si sta espandendo diventando slow-movement. Nel design questo si traduce nella riscoperta di tecniche artigianali perdute o nella rivalutazione del locale e di sistemi di vendita più complessi dove l’acquisto diventa esperienza collocata entro una filiera corta. Affrontare la progettazione del pane è in questo corso un processo di riacquisizione di valori primari e uno strumento per sviluppare una capacità critica, nell’ottica di un consumo più consapevole e sostenibile. In futuro il cibo e le nostre specificità alimentari potranno diventare un nostro settore industriale trainante? Come si collocheranno i designers all’interno di questo ciclo?”

Il pane viene analizzato e studiato come materiale composito formato da farina, acqua, lievito, sale e olio, i quali, in base alla combinazione con cui vengono uniti, danno risultati differenti, come dimostrano le numerose varietà di pane delle regionali italiane. La prima parte del corso è stata dedicata all’analisi di questo materiale declinata in tre macro categorie: composizioneformacolore.

Compressioni puntuali
Pressioni
Studio del colore
Deformazioni controllate
Compressioni con filamenti alimentari
Stampi di sale
Pressioni con il legno
Pressioni con la carta
Pressioni con il metallo
Stampo di sughero
Stampo in legno
Lievito siringato

Nella seconda parte gli studenti hanno poi progettato il proprio impasto e lo stampo per indirizzare o comprimere la lievitazione in funzione di una propria idea progettuale. Il tema finale era la realizzazione di una forma di pane in funzione di un alimento regionale italiano. Come progettare un nuovo pane pensato per assorbire o rallentare l’andamento superficiale di un olio pugliese? Quale forma e quale gusto dovrebbe avere per ospitare intelligentemente le lenticchie di Castelluccio, il lardo di Colonnata o il formaggio Asiago? Potremo pensare ad un pane a Km 0 associabile ad alimento a Km 0? Dovrebbe invece seguire vie di distribuzione a larga scala? Come e dove potrebbe essere distribuito il prodotto?

PROGETTI FINALI

///

Pane/tagliere ideato per il ciauscolo marchigiano (salame spalmabile)
Marco Bortolloni, Gianmarco Ciucciovè

///

Simulazione di un pane – arnia per accogliere il miele
Chiara Begantin, Francesca Minerva

///

Pane prespaziato divisibile a mano da intingere nel vino Sangiovese
Andrea Casali, Alessandro Moretti

///

Piega funzionale. Contenitori ideati per le salse regionali italiane
Stefania Gili, Veronica Rossi.

///

Progetto di irrigidimento strutturale (tramite crosta) delle fetta di pane su cui spalmare il Ciauscolo marchigiano
Federica Fiorani, Natalia Petrenko

///

Stampo in legno per generare dei vuoti per la collocazione delle olive regionali italiane
Palma Borracci, Alessia Falanga

///

Forme di pane pensate per esaltare il colore, il profumo e la consistenza dell’aceto di Modena
Tobia Ciabocchi, Jari Lunghi

///

Pane per bruschette divisibile a mano
Emanuele Carron, Antonio Di Ruocco

///

Pane pensato per esaltare la viscosità e il profumo dell’olio
Fabio Bacchini, Enrico Possenti

///

Mattarello/stampo per pane ideato per l’oliva Nera di Gonnos
Elena Cavallin, Rossana Piras

///

Grissino estruso per facilitare l’assaggio dello squacquerone
Silvia Ambrosini, Sofia Fabbri

///

Baguette/dosatore per ricotta
Andrea Esposito, Marco Trusgnic

///

Pinza per arrotolare il prosciutto di Mora romagnola
Luca Baldacci, Isotta Sammarini

///

Craker per spalmare o trattenere la marmellata di mela cotogna
Magda Tritto, Francesca Tumedei

///

Simulazione del processo industriale per la realizzazione di crackers piegati per formaggi morbidi
Emanuele Spinoccia, Marco Gaudenzi

///

1 grammo, 2 grammi. Progetto per l’educazione alimentare rivolto al corretto consumo giornaliero di burro
Veronica Carli, Rosita Mahmuti

///

Estrusore in acciaio progettato per dare nuova forma e consistenza al Parmigiano Reggiano
Chiara Amatori, Vittorio Solleciti

///

Forma di pane da associare alla vendita del caciocavallo
Alessandro Galati, Marco Vorabbi

///

Gioco alimentare ad incastro per bambini colorato con estratti di ortaggi
Giulia Gilebbi, Paola Grenzi

///

Pane e zucchero. Baguette dosatore
Eric Manzolillo, Federico Bacchiani

Il medesimo laboratorio verrà riproposto durante il workshop che si terrà a Firenze il 15 e il 16 settembre in occasione di Source, mostra del design autoprodotto (dall’11 al 18 settembre presso la Limonaia di Villa Strozzi, Firenze). Compito degli iscritti sarà quello di realizzare durante il primo giorno di workshop un piccolo stampo fatto in legno o in metallo dove poter inserire un impasto per la cottura. I partecipanti dovranno pensare ad una forma di pane che esalti le caratteristiche dell’olio toscano. L’ampiezza del profumo, il suo colore e la sua densità saranno le parole chiave su cui ragionare. Dal punto di vista tecnico verranno selezionati dei materiali da poter utilizzare per la creazione dello stampo. L’impasto verrà concordato con il panificio che si occuperà della cottura. Lo stesso panificio, se possibile potrebbe anche spiegare durante la seconda giornata di workshop l’intero processo di panificazione.

Prima giornata – lunedì 15 settembre > dalle ore 9.00 alle ore 16.00
Seconda giornata – martedì 16 settembre > dalle ore 17.00 alle ore 21.00

A cura di Massimo Barbierato e in collaborazione con UNIRSM DESIGN SAN MARINO.
Partecipazione gratuita per massimo 15 partecipanti.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.