Treviso Comic Book Festival, festival di fumetto e illustrazione

Manca poco meno di un mese ormai al Treviso Comic Book Festival 2014, il festival internazionale di fumetto e illustrazione che si terrà quest’anno dal 24 al 28 settembre, con la mostra mercato in programma il 27 e 28 settembre e una preview del festival il 20 settembre. L’ampio programma culturale, il cui tema quest’anno è “Vado a vivere a Treviso!” (una provocazione in positivo per fronteggiare la fuga di cervelli), prevede 20 mostre di tavole originali, 12 workshop per bambini, adulti e professionisti, 80 fumettisti ospiti pronti a disegnare per il pubblico e diversi eventi come concerti, djset, incontri, live painting, performance.
Un festival diffuso nella città di Treviso che si svolge in 25 location differenti che coinvolge anche il mondo del commercio: 200 negozianti avranno infatti la vetrina dipinta dagli artisti del festival, rendendo Treviso “urbs picta” come nel rinascimento.

Dopo Svezia, Nuova Zelanda e Danimarca, nel 2014 sarà il Portogallo la nazione ospite del festival trevigiano e, restando nella penisola iberica, il vero special guest dell’edizione 2014 è lo spagnolo Joan Cornellà, autore tra i più acclamati a livello internazionale: le sue vignette a metà tra il nonsense e l’umorismo macabro spopolano sul web e vanta oltre 1 milione di fan sul suo profilo di Facebook.  Da una superstar straniera a una italiana, l’altro “main guest” sarà Giuseppe Camuncoli, uno dei più importanti autori italiani che lavorano per il mercato USA: ha disegnato di tutto, dall’Uomo Ragno a Batman, da Wolverine a Hellblazer, senza tralasciare “Gli scorpioni del deserto” (storica serie di Hugo Pratt), il fumetto “La neve se ne frega” del cantante Ligabue e altre produzioni. Sempre guardando all’estero, viene dalla Slovenia la mostra “Attention, Work!” di StripBurger che coinvolge oltre 40 artisti di 15 nazioni differenti sul tema del lavoro.

Tra i giovani ci sono quelli stranieri, come l’inglese Luke Pearson (astro nascente del fumetto britannico che pubblica per Nobrow), o la francese Yatùù (molto nota per il suo blog a fumetti sulla condizione della stagista), e lo spagnolo Alberto Madrigal, che vive a Berlino ma ha pubblicato in Italia. Ma ci sono anche quelli italiani, come Bianca Bagnarelli (volata dall’autoproduzione Delebile alla Nobrow in Inghilterra), Matteo Farinella (“neurologo” del fumetto che si divide tra le due professioni), Andrea Settimo (anche lui figlio di Delebile, pubblicato in Francia) e Cristina Spanò, romana nata su “Teiera” che vive e pubblica a Barcellona. Dai giovani al più “esperto” Roberto Baldazzini: uno dei maggiori fumettisti italiani contemporanei, famoso per i suoi fumetti erotici e anche nel mondo della pubblicità, esporrà le tavole dell’ultimo capolavoro “Inverno di Diego”. TCBF vuol dire anche illustrazione: ecco allora una “triplice” personale con lo street artist Luca Zamoc (illustratore noto per i suoi lavori con Nike, Diesel e molti altri marchi), l’illustratore Pietro Nicolaucich (Nike, Benetton, Sisley ma anche editoria per l’infanzia) e l’illustratrice Elena Xausa (berlinese d’adozione, ha lavorato per New York Times, Feltrinelli, Vice…). Inoltre saranno in mostra anche i lavori della torinese Lucia Biagi e della napoletana Cristina Portolano.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.