Con la grande mostra Henri Matisse: The Cut-Outs, dal 12 ottobre 2014 fino all’8 febbraio 2015, il Museum of Modern Art di New York offre la più ampia esposizione di “ritagli” di Matisse mai allestita, una rivisitazione innovativa di questo importante corpo di lavoro che comprende circa 100 cut-out presi in prestito da collezioni pubbliche e private in tutto il mondo, insieme a una selezione di disegni correlati, stampe, libri illustrati, vetrate e tessuti. L’ultima volta che il pubblico di New York ebbe la possibilità di ammirare i ritagli era il 1961.
Alla fine del 1940, Henri Matisse (1869-1954) ha lavorato utilizzando principalmente, come suoi strumenti di lavoro, ritagli di carta e forbici, introducendo radicalmente una nuova forma d’arte che avrebbe preso il nome di cut-out. Matisse tagliò fogli in varie forme, da quelle organiche a quelle geometriche, che poi organizzò in vivaci composizioni che colpiscono per il loro gioco con il colore e il contrasto, le strategie decorative e l’economia dei materiali.
Inizialmente, queste composizioni erano di dimensioni modeste, ma, col passare del tempo, la loro scala crebbe insieme con le ambizioni che Matisse riponeva in esse, espandendosi in murali o in opere camera-size. Un brillante capitolo finale nella lunga carriera dell’artista, i ritagli riflettono sia un rinnovato impegno per dare forma e colore sia un inventiva rivolta allo status dell’opera d’arte come oggetto unico, ambiente, ornamento o ibrido di tutti questi.
Questa mostra nasce dal progetto di restauro e conservazione del monumentale cut-out The Swimming Pool (1952), una delle opere più amate dai visitatori sin dalla sua acquisizione da parte del MoMA nel 1975. “La Piscina” è l’unico cut-out composto per una specifica camera dell’artista, la sala da pranzo del suo appartamento a Nizza in Francia. Gli obiettivi dello sforzo di conservazione pluriennale (20 anni) sono stati quelli di riportare questo ambiente magico al suo equilibrio originale di colore, altezza e configurazione spaziale. L’opera ritorna in galleria come fulcro della mostra.
Con la ricerca su due fronti, conservativo e curatoriale, questa mostra offre una riconsiderazione dei ritagli esplorando una serie di problemi tecnici e concettuali: i metodi e i materiali utilizzati dall’artista e il ruolo e la funzione delle opere nella sua pratica; gli aspetti ambientali; la loro presenza scultorea e temporale come le loro superfici verniciate, la consistenza e la materialità e la loro doppia vita, prima come transitori e mutabili in studio e, in ultima analisi, permanenti, a trasformazione compiuta tramite il montaggio e l’incorniciatura. La mostra inoltre indaga le tensioni che si annidano in tutti i ritagli, tra processo e finitura, arte e decorazione, disegno e colore. La mostra è accompagnata da un catalogo illustrato e un libro per bambini.
Prima della sua presentazione al MoMA la mostra è stata allestita alla Tate Modern di Londra dal 17 aprile al 7 settembre 2014.
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Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo: “Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.
Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.
Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.
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