Elicia Edijanto.
Con gli occhi dell’innocenza.

Nelle illustrazioni di Elicia Edijanto non ci sono colori ma solo le tenui sfumature in scala di grigio ottenute con gli acquerelli dalle quali emergono eteree quelle forme che sottolineano l’importanza del rapporto tra noi e gli animali. Elica ci costringe a mettere in discussione e rivalutare la nostra percezione di ciò che noi avvertiamo come pericolo, perdendoci nell’atmosfera sognante di queste immagini. Abbiamo chiesto ad Elicia di raccontarci la sua storia.

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“Safe”

“Sono nata a Jakarta, Indonesia. Ho tre tra fratelli e sorelle. Sono un po’ matti e questo mi piace molto. Ho iniziato a dipingere da piccola. I miei genitori dicono che sono la più introversa, sensibile all’arte, ma anche la più testarda dei quattro. Da anni lavoro come graphic designer, professione che mi ha portato ad utilizzare principalmente il computer e strumenti digitali, così ho iniziato a sentire il desiderio di dipingere e accarezzare la consistenza della carta, della tela, del pennello, e delle gocce di vernice bagnata.

Il mio campo di battaglia è la carta e la mia arma è l’acquerello, leggero e trasparente!

Il mio campo di battaglia è la carta e la mia arma è l’acquerello, leggero e trasparente! Infatti anche utilizzando colori vivaci, gli spettatori non si sentono sopraffatti dal cromatismo. Mi piace l’effetto diffuso prodotto dall’acquerello che lascia una sensazione di delicatezza. Amo il suo “momento sorpresa”: a volte non avere il controllo assoluto quando la vernice si stende sulla carta bagnata, significa imparare semplicemente a lasciarla fluire con la libertà di assumere la propria forma. Una magnifica forma.

Per lo più la mia ispirazione proviene dalla natura. Indago le relazioni tra uomo e natura o altri esseri viventi. Attraverso la mia arte, vorrei che le persone si sentissero di nuovo in connessione con la natura, ristabilendo quel rapporto tra uomo e animali capace di portare armonia nel nostro ambiente. Vorrei che l’individuo fosse consapevole di questa energia onnipresente. I miei soggetti sono spesso bambini e animali, perché rappresentano l’innocenza e le loro emozioni sono ancora oneste. Attraverso gli occhi dei più piccoli è più facile capire lo stretto rapporto che lega noi, gli animali e gli altri esseri viventi.”

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“Going Home”
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“The Animal Stories”
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“The Animal Stories”
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“The Animal Stories”
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“One Day In The Elephant Village”
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“Comforting Sounds”
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“Silent Reverie”
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“Silent Reverie”
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“Glowing Sun”
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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.