Javier Jaén(Barcellona, 1983) ha studiato graphic design e belle arti a Barcellona, New York e Budapest. La sua attività professionale si concentra sull’illustrazione editoriale, le copertine dei libri e la comunicazione culturale. Il suo è un linguaggio giocoso e simbolico e guarda agli scenari narrativi ed estetici relativi all’esperienza quotidiana.
Ha lavorato per il New York Times, The New Yorker, The Washington Post, il Time, l’Università di Harvard, La Vanguardia, El País, Penguin Random House, Vueling Airlines, UNESCO, e molti altri.
Ha insegnato presso l’Istituto Europeo di Design, IDEP e spesso gestisce seminari e conferenze. Il suo lavoro è stato riconosciuto dalla Society of Illustrators (Illustrators 55, 56), la rivista Print (New Visual Artist 2013), Junceda Award (2013), e la Graffica Award (2010). Ha partecipato a mostre a New York, Londra, El Salvador, Tallinn, Roma e Barcellona.
“Non ha ancora scritto un bambino, piantato un libro o dato vita ad un albero. Prima o poi lo farò”. Javier Jaén
Design Playgroundè un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.
Designcome “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.
Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo: “Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.
Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.
Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.
Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.
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