“Heartists”, 15 illustratori per gli amici a quattro zampe

HEARTISTS – LOGO

Heartists nasce come iniziativa di solidarietà che si propone di raggiungere tre importanti obiettivi: sensibilizzare le persone sul tema dell’abbandono e dell’adozione degli animali, diffondere un messaggio di speranza, bellezza e positività, raccogliere fondi per sostenere chi, quotidianamente e tra mille difficoltà, si occupa dei tanti cani e gatti di nessuno, cercando di offrire loro un presente e un futuro migliore.
Cuore del progetto sono 15 opere in cui prende forma e colore tutto il fascino del regno animale, donate ad Heartists da talentuosi artisti italiani e stranieri: Riccardo Guasco, Roger Olmos, Paolo Domeniconi, Violeta Lópiz, Francesca Cosanti, Barbara Baldi, Simone Rea, Davide Bonazzi, Stefano Marra, Gianfranco Bonadies, Katya Longhi, Giorgio di Palma, Matthew Watkins, Morena Forza, Antonio Zeoli.
Collegandosi al sito www.heartists.it si può scegliere il soggetto preferito, riprodotto fedelmente in stampe di alta qualità, e aggiudicarselo con una donazione di 15 euro. Il ricavato sarà interamente destinato all’associazione Nati per Amarti onlus, che dal 2009 gestisce due rifugi nell’area barese, oltre ad occuparsi di soccorsi, sterilizzazione e adozione.

 

HEARTISTS_BALDI
© Barbara Baldi
HEARTISTS_BONADIES
© Gianfranco Bonadies
HEARTISTS_BONAZZI
© Davide Bonazzi
HEARTISTS_COSANTI
© Francesca Cosanti
HEARTISTS_DI-PALMA
© Giorgio di Palma
HEARTISTS_DOMENICONI
© Paolo Domeniconi
HEARTISTS_FORZA
© Morena Forza
HEARTISTS_GUASCO
© Riccardo Guasco
HEARTISTS_LONGHI
© Katya Longhi
HEARTISTS_LOPIZ
© Violeta Lopiz
HEARTISTS_MARRA
© Stefano Marra
HEARTISTS_OLMOS
© Roger Olmos
HEARTISTS_REA
© Simone Rea
HEARTISTS_WATKINS
© Matthew Watkins
HEARTISTS_ZEOLI
© Antonio Zeoli

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.