Dopo aver raccontato come Bologna è arrivata alla definizione del logo che si poneva l’obiettivo di accrescere l’efficacia delle politiche di marketing territoriale, torniamo a parlare di city branding e lo facciamo questa volta con Roma.
Il Campidoglio, dopo il tentativo di qualche anno fa (foto accanto), a ottobre 2014 ha deciso di avviare il progetto per aggiornare l’identità visiva capace finalmente di restituire al “marchio Roma” immediatezza ed efficacia comunicativa preservando al tempo stesso l’immagine istituzionale della Capitale.
Questo dunque l’intento del nuovo logo “relazionale”, quello che punta a comunicare Roma “dentro la città e fuori dalla città”. La nuova identità visiva è stata presentata il 10 febbraio al Macro Il progetto grafico è stato realizzato da InArea di Antonio Romano.
“Una città multiforme e schietta, da vivere in tutte le sue espressioni, a cui dare del tu”: lo stemma della Capitale si sdoppia in un logo destinato a tutti quei casi in cui Roma entra in rapporto e dialoga con i suoi “pubblici”, mantenendo lo scudetto coronato come logo “istituzionale” da utilizzarsi negli atti amministrativi e le comunicazioni con utenti di servizi e altre istituzioni.
Sono tre quindi gli elementi che costituiscono la nuova immagine: “il brand ROMA, una declinazione essenziale e lineare dello scudetto presente nel logo istituzionale, il claim ROME&YOU”. Il tutto, “orientato al rapporto che Roma costruisce con ogni persona”. Lo scudetto è coronato da “bolle cromatiche”, “ espressione di un dinamismo che esplora tutte le possibilità che Roma offre”, destinate – a seconda dei temi e delle iniziative che il marchio veicolerà – a “esplodere e cambiare forma”.
Un logo modulare e tale da identificare una città che “offre spazi liberi per costruire storie personali, in un racconto aperto e partecipato”. Che si dà “non come definizione”, ma come “patto di bellezza e confidenza”. E quindi il claim, quel ROME&YOU che costituisce un vero e proprio “programma di comunicazione” intorno a una galassia coerente di percezioni e di sensi: l’esperienza “unica e personale che Roma offre”; la “riscoperta della natura inclusiva e comunitaria della città”; la “voglia di recuperare autenticità”, grazie alla “dimensione dialogica che Roma instaura con chi vi nasce e con chi vi arriva”. Un marchio e uno slogan, insomma, per chiunque intenda trovare o ritrovare “a Roma il proprio angolo di mondo”: “cittadini di ogni età, studenti, lavoratori, investitori, turisti”.
Il logo istituzionale è nel segno della continuità per preservare “i codici visivi che si sono sedimentati nel tempo”, ormai abituali per gli utenti: la forma dello scudetto, i simboli interni ad esso, i colori consueti, il carattere tipografico. La novità sta nel contenuto: via l’attributo Capitale, resta la sola parola ROMA a campeggiare accanto allo stemma. Una parola che da sola basta, che tutti conoscono, che da sola regge la funzione di “centro da cui irradiare” ogni atto ufficiale dell’amministrazione capitolina. (fonte Roma Capitale)
Come spesso accade, intorno al nuovo logo si è acceso immediatamente il dibattito tra gli entusiasti, convinti della sua efficacia e prospettiva, e gli scettici, questi ultimi con il timore che si sia persa un’altra occasione.