Sartoria Cicli.
Biciclette «su misura emotiva»

Il committente suggerisce un tema e Sartoria Cicli permetterà a quell’idea di vivere in una bicicletta.

Ciascuno di noi cerca in tutti i modi, spesso anche molto diversi tra loro, di far sì che la nostra esteriorità mostri chi siamo veramente, che i nostri abiti, le nostre case, i nostri oggetti e le nostre scelte parlino di noi, dicano qualcosa in più di ciò che abbiamo dentro. Questo ci fa sentire più a nostro agio, rende ciò di cui ci contorniamo più vicino a noi e soprattutto proietta fuori di sé un’immagine di noi stessi.
Di questa esigenza universale Sartoria Cicli di Milano ha fatto il proprio cavallo di battaglia. Le biciclette che Sartoria Cicli produce, infatti, oltre ad essere realizzate con materiali di altissima qualità e con le migliori finiture, sono anche in grado di raccontare storie.

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«Abbiamo tutti dentro un mondo di cose. Ognuno un suo mondo di cose» (Luigi Pirandello)

Sartoria Cicle

“Il committente suggerisce un tema, un’idea e Sartoria Cicli realizza un progetto che permetta a quell’idea di vivere in una bicicletta. Lo chiamiamo «su misura emotivo» ed è il momento che precede la scelta, più classica, di un particolare componente, di un colore amato o di una geometria ergonomicamente perfetta.”

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Il progetto nasce quindi da una suggestione e dopo il primo confronto, la bicicletta viene progettata su carta in modo tale da essere condivisa e ridiscussa con il cliente, proprio come gli venisse cucita addosso. Una volta approvata inizia la fase di lavorazione. Il tempo di produzione è di circa tre mesi, durante i quali Sartoria Cicli aggiorna il proprio committente sull’avanzamento del progetto.

I telai vengono realizzati artigianalmente uno a uno, dopo aver definito tutte le caratteristiche necessarie e dopo aver valutato l’utilizzo che verrà fatto della bicicletta: da pista, essenziale e con geometrie d’altri tempi, da corsa o da passeggio. I componenti possono essere d’epoca o moderni, a patto che rappresentino il meglio della produzione. Nulla è preconfezionato e in molti casi il progetto prevede la produzione di elementi creati ad hoc.

L’eccellenza su due ruote è rappresentata dal progetto Forbici d’oro, il massimo livello di qualità e personalizzazione che sia possibile ottenere su una bicicletta non dedicata al professionismo. Componenti d’epoca anni 60 e 70 originali. Lavorazioni speciali quali dorature, cromature e pantografie dedicate, tutto realizzato a mano da maestri artigiani.
Un elemento che amplia ulteriormente le soluzioni di personalizzazione della bicicletta è la possibilità di rivestirne il telaio in tessuto. Sia esso lana, cotone, canvas o cashmere. La Vestita rappresenta la chiusura di un cerchio molto più ampio, che permette a Sartoria Cicli di pensare alla bicicletta come a un oggetto realmente unico e irripetibile.
Le biciclette Sartoria Cicli sono infine tutte numerate, il numero di serie è ricamato su un’etichetta realizzata in lino spalmato, materiale utilizzato anche per il logo posizionato sul canotto.

Cosa c’è di più entusiasmante di poter far “viaggiare” le nostre idee e le nostre passioni? Di trasformare i nostri pensieri in movimento?

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Simone Russo e Luca Lanzani, titolari di Sartoria Cicli
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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.