Sabato 7 marzo è partita ufficialmente la quarta edizione di Memorie Urbane con il solo show URBAN ICONOMYTHOLOGY, del duo spagnolo Pichiavo, negli spazi della Basement Project Room di Fondi.
Noi di Design Playground siamo stati al vernissage, e se i numeri contano, l’open del duo è stato un vero successo di pubblico, di appassionati e di curiosi che ormai seguono sempre più attivamente Memorie Urbane e la scena della street art.
Per il loro debutto sul suolo italico, Pichiavo hanno svolto un lavoro site specific, pensato appositamente per quest’esposizione. A guidarci in questa “odissea ancestrale” è stato il curatore della Basement Project Room, Alessandro Di Gregorio.
Nella prima sala i visitatori sono accolti da un percorso più intimo dei due artisti: vi sono esposte le tre età di Bacco: infanzia, giovinezza e vecchiaia; due monete che rappresentano le antiche monete e nello specifico raffigurano Augusto e Pericle. Al centro della sala vi è imbandita la tavola dell’ultima cena, dove le forchette sono i discepoli con Gesù (forchetta più alta e illuminata), Giuda è girato rispetto le altre forchette, sotto il tavolo invece ci sono le tag del loro linguaggio, visibili tramite uno specchio posizionato sul pavimento.
Le monete d’oro, offerte al pubblico intervenuto, sono un richiamo sia a quelle esposte sulle pareti, sia al tradimento di Giuda, il quale vendette Gesù per 30 denari.
L’opera finale che segue l’ultima cena con la morte di Cristo è la Pietà. Essa è anche un esempio dell’opera più classica con la Mater dolorosa.
Entrando nella seconda sala troviamo un percorso più artistico, dove sono esposti i bozzetti preparatori delle opere finali, sia murarie che espositive. A terra vi è un mucchio di carta, volto a simboleggiare il “laboratorio”, con disegni finiti male o non buoni e infine troviamo la Venere che fuoriesce dal blocco di cemento, utilizzata come rievocazione di Michelangelo e dell’arte contemporanea più povera.
Ora non resta che attendere di vedere la prima opera muraria che i due artisti stanno completando in questi giorni sempre a Fondi.
“Esplosioni di colori che invadono il subconscio, precipitato dalla declamazione personale della loro ideologia artistica e un’estetica ampiamente argomentata nei testi di Walter Benjamin. Pichi Avo recitano una poesia concettualmente urbana, nata dal formalismo artistico della strada, utilizzando qualsiasi inventiva artistica che può essere applicata, il trasferimento di frammenti di un muro alla tela e viceversa, in una versione personale, gli spettatori possono aspettarsi un intruglio inebriante di antico e moderno che remixa i classici dalla storia illustre dell’arte e riscrive il libro delle regole nel processo.” (Frank Picazo *Pichiavo Team)