Photographers’ Sketchbooks

Le testimonianze di quarantanove fotografi che raccontano e mostrano il loro processo creativo.

Se il libro La scelta della foto (Contrasto 2011) percorreva un excursus tra i più importanti, e preziosi, provini a contatto dei grandi autori Magnum e le corrispondenti foto scelte, Photographers’ Sketchbooks rappresenta lo step successivo, aprendosi all’era fotografica moderna, ai nuovi e alternativi metodi di costruzione di un’immagine.
Questo libro, curato da Stephen McLaren e Bryan Formhals e pubblicato dalla casa editrice britannica Thames & Hudson, raccoglie le testimonianze di quarantanove fotografi che raccontano e mostrano il loro processo creativo, ciò che si cela dietro alle loro fotografie.
Che siano foto di Instagram o immagini scattate con uno smartphone, che siano diari e sketchbook, una sequenza di Polaroid o provini a contatto, rappresentano il primo sguardo su ciò che il fotografo vuole catturare e forniscono una visione unica sul suo metodo di lavoro. Sembrerà così di essere seduti accanto ai fotografi e di vedere il mondo attraverso i loro occhi, ma soprattutto, come affermato da Bryan Formhals, di assaporare “tutto il tempo che impiegano a non scattare fotografie”.

Tre saggi degli autori infine esplorano tematiche d’avanguardia riguardanti la pratica fotografica contemporanea: diari fotografici ed esperimenti online e mostre; stampa e pubblicazione digitale, pianificazione ed editing di progetti di grandi dimensioni, nuove macchine fotografiche e altre tecnologie.

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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.