The Sound-Eater (Le Mange-Son),
Juliette Barbanègre

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Juliette Barbanègre è un’illustratrice francese con sede a Parigi. Ha studiato presso la scuola Émile Cohl a Lione e, dopo essersi laureata nel 2011, ha lavorato per giornali e libri per bambini.

The Sound-Eater (Le Mange-Son) è un progetto a cui Juliette ha lavorato per ben due anni scrivendone il testo e disegnandone le illustrazioni. È la storia di Miro, un personaggio con delle orecchie molto grandi con le quali riesce ad ascoltare molto bene e molto lontano, anche troppo. Costantemente aggredito dai suoni e dai rumori che lo circondano, Miro fugge dalla città e si rifugia in un labirinto dove regna il silenzio, al centro del quale si trova la paura, quella che uccide le idee e trafigge gli esseri viventi. Al centro del labirinto abita il Mange-Son (magia suono).
Nel corso della sua avventura Miro incontra personaggi immersi nel sonno, che non parlano e non pensano più, intrappolati in una vita oramai ripiegata su se stessa. Alcuni sono muti, altri non sanno più chi sono, altri ancora non sono più nessuno. Tutti hanno dimenticato il suono della vita. Tutti tranne Miro che riesce a percepire il fremito delle cose che sono attorno a lui, a sentire i battiti del cuore a rallentatore. Saranno proprio le sue orecchie, il fardello di una vita, il mezzo per riscattare e liberare i personaggi di questo mondo eclissato, ma soprattutto per autoaffermarsi e accettare sé stesso. Una storia sui valori perduti e sull’impercettibile, che racconta la ricerca dell’identità.

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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.