Il Terzo Piano Strategico “Torino Metropoli 2025” è stato elaborato in due anni e mezzo di lavoro. 148 incontri, 230 enti coinvolti e oltre 500 persone direttamente mobilitate sono i numeri di un processo inclusivo che ha disegnato un nuovo progetto per il futuro di Torino e della sua dimensione metropolitana.
Il Piano è un prodotto, un documento che deposita e racconta una strategia, ma è innanzitutto un processo di ideazione, concertazione, negoziazione e sostegno al cambiamento. Questo processo non termina con la pubblicazione del documento, ma continua con l’approfondimento, l’incubazione, la realizzazione dei progetti prioritari e l’elaborazione di nuove progettualità, sostenuti dalle leadership locali, ossia dai portatori di risorse di competenza, decisionali e finanziarie, uniti in efficaci colazioni di sviluppo. Dimensione metropolitana, centralità del mondo delle imprese, dell’università, della ricerca, dell’innovazione, rinnovamento della pubblica amministrazione, sono i pilastri della nuova fase di cambiamento. (fonte Torino Strategica)
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Il Terzo Piano Strategico dell’area metropolitana di Torino
progetto dell’identità visiva e del volume di presentazione del Piano Strategico.
logo, visual identity, art direction: undesign
progetto fotografico: carlotta petracci
“Il terzo piano strategico dell’area metropolitana di Torino promuove la Città delle opportunità: un luogo che incoraggia l’innovazione e lo sviluppo, una metropoli efficiente e accogliente, inclusiva e sostenibile, dove ognuno può trovare le condizioni favorevoli per realizzare il proprio progetto d’impresa”. torinostrategica.it
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IL CONTESTO
Il Piano Strategico è lo strumento con cui un’area metropolitana progetta il proprio futuro. Dal momento che ogni luogo ha la sua storia e la sua specificità, è importante raccontarla attraverso un’identità visiva dedicata per sottolineare contesto, caratteristiche e obiettivi del cambiamento in corso.
IL LOGO E L’IDENTITÁ
L’elemento principale del sistema di identità di Torino Strategica è il suo nuovo logo, che ha il compito di trasmetterne lo spirito e i valori: indipendenza e convergenza, movimento, energia e solidità, trasparenza.
Tre piani si muovono, si aprono, si sovrappongono tra loro in modi diversi, generando forme e colori nuovi. Un segno in costante movimento per sintetizzare il concetto di soggetto plurale, riferito da un lato alle identità autonome e mai sovrapponibili dei soci, dall’altro alla convergenza degli stessi intorno al medesimo progetto. Un elemento mobile, per restituire l’idea di processo, proprio della pianificazione strategica.
La parte verbale del marchio è composta in Titillium, carattere tipografico open source nato all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Urbino. L’idea è quella di trasmettere il concetto di expertise del cambiamento presente nel nome dell’Associazione, Torino Strategica appunto, con un lettering chiaro e contemporaneo, adatto a sottolineare l’istituzionalità del progetto e la sua propensione al dialogo e all’apertura verso il futuro.
Lo stesso carattere tipografico, che vanta una famiglia di pesi molto ricca e completa, viene utilizzato per il pay off “Progettare il futuro”, che spesso lavora compositivamente insieme al marchio, e per la maggior parte dei supporti di comunicazione.
IL VOLUME DI PRESENTAZIONE DEL PIANO
Tra tutti gli elementi, il volume di presentazione del piano strategico è decisamente lo strumento più ricco e composito. Concepito come una via di mezzo tra un’agenda e un quaderno di lavoro, ha il compito di raccontare il piano in modo esaustivo ed evocativo, rendendo la lettura agevole e piacevole.Si tratta di evocare il futuro di una metropoli, con il linguaggio contemporaneo e trasversale, cifra stilistica della comunicazione della città ormai da anni.
Il progetto visivo nasce da un’idea precisa: mostrare come il Piano intervenga all’interno del sistema metropolitano modificandolo e migliorandolo. Così le forme e i colori dei piani che compongono il logo di Torino Strategica prendono vita tra le pagine del piano andando a evidenziare e modificare parti del testo e delle immagini, operando come un filtro o una lente in grado di evidenziare elementi specifici all’interno delle aperture: la grafica diventa così elemento narrativo e non decorativo.
La struttura del testo viene visualizzata attraverso un sistema di salti tipografici, citazioni e didascalie, per garantire differenti livelli di lettura in grado di migliorare l’orientamento all’interno del documento e rendere più scorrevole la lettura.
La fotografia svolge un ruolo chiave nella progettazione di questo strumento, infatti il progetto fotografico si articola in una narrazione che indaga il rapporto tra gli immaginari della città e le persone che la abitano. Lontano da una rappresentazione orientata al passato, che ancora oggi sovente incide sulla città (dalla città fabbrica a quella regia), la Torino raccontata è decisamente nuova: internazionale, multiculturale e ispirata a paradigmi e valori della contemporaneità.
Il punto di partenza si trova nell’idea di la rappresentare le “la città che vogliamo”. Ogni singola fotografia ha come scopo scovare e raccontare questo potenziale, in parte quotidianamente realizzato o in via di realizzazione.
“Siamo felici” — raccontano i progettisti di Indesign — “di aver avuto la possibilità di dare il nostro contributo ad un progetto tanto ambizioso quanto necessario per ridisegnare le sorti della nostra città. E siamo ancora più felici di riscontrare come il metodo di lavoro adottato da questa istituzione sia stato efficace grazie alla visione d’insieme che ha contraddistinto il progetto già in fase di brief. Un sistema progettato per essere completo e funzionante, in cui ogni elemento, dal logo alla piattaforma digitale al volume di presentazione del piano, sono stati pensati in modo sistemico ed organico, come figli di una stessa visione.
Siamo sicuri che, almeno in parte, si tratti di un metodo e di un approccio nuovi per le istituzioni italiane, ma vogliamo leggere questa esperienza con lo stesso spirito che ha animato in passato grandi istituzioni ad abbracciare la via del design grafico per presentarsi alla collettività, ricordandoci che la qualità progettuale fa parte del nostro patrimonio passato e, se lavoreremo con impegno, continuerà a essere fondamentale anche per progettare il futuro“.
Lo studio di progettazione Undesign è stato fondato nel 2003 da Michele Bortolami e Tommaso Delmastro.
Progettiamo identità: questo è il nostro lavoro. L’identità è l’espressione esteriore di un marchio: essa comprende tutto, dal nome al simbolo, dagli aspetti visivi a quelli verbali. È costituita da tutti gli elementi che concorrono a creare una forte personalità e definire uno stile caratteristico, grazie al quale un marchio è riconosciuto e scelto dai suoi clienti.
Quando lavoriamo prendiamo in considerazione ogni aspetto del processo creativo, perché siamo convinti che un sistema attentamente pianificato di identità coordinata sia in grado di esprimere tutta la responsabilità che un’azienda si assume ogni giorno nel fare il suo lavoro.
Progettiamo identità e lo facciamo combinando gli aspetti funzionali, comunicativi, formali ed emozionali. Basandoci sulla interrelazione tra design e branding, abbiamo creato e seguiamo un programma estetico definito come Undesign, come il nome che abbiamo scelto per il nostro studio: “un-design” come suggerisce il termine inglese, significa uno spostamento verso un’economia di forma, da un processo di sottrazione. In breve, meno design, per una migliore progettazione.
Questa è la visione che abbiamo abbracciato, sulla base di una precisa filosofia: la nostra. Abbassare il muro dei pregiudizi e lavorare con spirito aperto e ricettivo. Costruire il ponte tra te e il mondo, creare collegamenti tra pensieri e persone. Dare gioia, lavorare con passione e rendere i vostri progetti accessibili. Il design è per tutti. Siamo undesigners e progettiamo identità