Gli stand espositivi low-cost per la fiera Libros Mutantes

lo studio Cuarto Orden (Cito Ballesta e Marta Gómez) ha vinto con un progetto che risponde pienamente alle richieste del brief..

La fiera di editoria indipendente Libros mutantes si svolge annualmente a Madrid presso La Casa Encendida e riunisce editori spagnoli e internazionali. 

Ogni anno Libros Mutantes bandisce un concorso pubblico per la progettazione degli stand che verranno utilizzati dagli espositori. Le richieste del bando sottolineano aspetti come la sostenibilità, il riutilizzo di materiali, il fai-da-te e, soprattutto, bassi costi di realizzazione. Per il 2015 lo studio Cuarto Orden (Cito Ballesta e Marta Gómez) ha vinto con un progetto che risponde pienamente alle richieste del brief.

Le superfici degli stand sono costituite da tubi di acciaio (generalmente usati per le impalcature edili), che costituiscono l’intelaiatura dell’espositore, ai quali sono agganciate delle tele tramite fascette in plastica. Seguendo il principio della sostenibilità, l‘impalcatura, una volta finita la fiera, tornerà in magazzino o verrà utilizzata per altri eventi. Il riutilizzo della tela è apparentemente più complicato ma in realtà può diventare materiale di partenza per un progettista, che può trasformarla in tende, tovaglie, o borse da spiaggia.

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Cuarto Orden
Lo studio Cuarto Orden è stato fondato da Marta Gomez e Cito Ballesta appositamente per realizzare questo progetto e rappresenta il punto di arrivo di molti anni di rapporto professionale.
I due si incontrati presso la Scuola di Architettura presso l’Università Politecnica di Valencia nel 1996 e da allora hanno lavorato insieme, in modo intermittente, sia all’interno che all’esterno della scuola, in vari tipi di progetti: architettura, urbanistica, interior design, prodotti e altro.

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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.