Zedz. L’arte è in movimento

L'artista di origine olandese che si è posto come obbiettivo quello di portare l’arte moderna nelle strade.

Zedz (1971) è un artista di origine olandese che si è posto come obbiettivo quello di  portare l’arte moderna nelle strade. Le trame astratte delle sue opere riconducono al sistema visivo di rappresentazione della progettazione architettonica: pattern, campiture colorate e forme geometriche vengono riprodotte su muro (come nel caso del murales di Baggio), su carta in stampa serigrafia e in versione tridimensionale con l’MDF.

In una recente intervista pubblicata su Vita Magazine (maggio 2015) alla domanda sulla sua personale visione dell’arte ha dichiarato:

“Non voglio che le mie opere siano “bloccate”nelle gallerie, ma voglio capovolgere la prospettiva e metterle nelle strade, così possono essere viste da chiunque. L’arte è in movimento. A volte la percepisco come una musica, che puoi apprezzare mentre ti muovi. Per me è importante fare qualcosa di nuovo e autentico, qualcosa che la gente non ha mai visto prima. E rendere le cose belle e accessibili a un grande pubblico. Le mie opere sono temporanee. Penso che sia interessante fare un’arte di questo tipo. Anche gli spazi pubblici sono in movimento: un giorno in una piazza c’è un mercato, un giorno una mostra, una statua, il giorno dopo non c’è più niente”.

“Ho iniziato molto presto facendo graffiti classici. Intorno ai 20 anni ho capito che ci sono modalità espressive più interessanti. Ho iniziato a distinguere tra graffiti tradizionali, e i miei lavori, che sono opere di arte contemporanea. Realizzo sculture temporanee di grandi dimensioni in MDF, un derivato del legno, serigrafie, stampe, lavori in legno, opere fatte con carta tagliata. Nel tempo i graffiti (che per me sono quelli composti di lettere) sono diventati un hobby. Naturalmente la mia arte è influenzata dai graffiti e viceversa ma ci tengo a distinguere, perché mi consentono di esprimermi in maniera diversa”.

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Il murale realizzato da Zedz a Baggio
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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.