“Essere pugile non significa soltanto colpire, ma, prima di tutto, imparare a ricevere i colpi. A incassare. A fare in modo che quei colpi facciano meno male possibile. La vita non è altro che un succedersi di round. Incassare, incassare. Tenere duro, non cedere. E colpire al posto giusto, nel momento giusto“. Così scriveva nel 1995 lo scrittore francese Jean-Claude Izzo in “Casino Totale”.
L’artista russa Arina Shabanova, alla ricerca di una sua personale chiave di lettura della “nobile arte”, si muove con delle pennellate monocromatiche tra coraggio, forza, intelligenza e velocità.
“Lo scopo principale del progetto era l'”esplorazione” di un luogo in cui non ero mai stata. Ho sempre visto la boxe con scetticismo per la sua apparente crudeltà, così ho deciso di sfidare me stessa e provare a vivere quell’esperienza. Ho la fortuna di avere un amico che pratica la boxe professionalmente così mi ha aiutato a visitare il CSKA, che è una delle scuole di boxe più importanti di Mosca. In quel giorno facevano sparring e per me è stata una grande opportunità per assaporare l’atmosfera della competizione.
La mia visione della boxe è cambiata completamente. Gli atleti sembravano molto calmi e consapevoli. Tutti impegnati nelle proprie attività. Forse io con la macchina fotografica ero un po’ inquietante per loro, tuttavia la maggior parte di essi era felice di posare! Sembrava essere un’altra competizione per la migliore posa!
Inoltre lì ho conosciuto tre ragazze, anche loro boxeur. Sul ring hanno cercato di concentrarsi e di fare del loro meglio. Ma i nasi sanguinanti mi hanno fatto comunque sentire male per loro.
L’intero edificio era molto affascinante. Entrando nella sala il ring occupava il suo centro come un palcoscenico; la luce illuminava meravigliosamente tutti gli spazi grazie alle grandi finestre; i sacchi da boxe pendevano dal soffitto come enormi frutti”.
I miei disegni sono basati sulle mie fotografie, i miei ricordi e i miei sentimenti. Ho voluto tradurre lo stato d’animo che deriva dalla consapevolezza di sé: tutte queste persone erano totalmente consapevoli del perché erano lì e dello scopo di questo sport così duro. Ho cercato di catturare i differenti momenti e i più piccoli dettagli, anche se non sempre era facile percepirli, ma ecco perché è stato importante mostrare anche il senso del movimento. La boxe è sicuramente lo sport per l’anima, anche se fa male al corpo. Lo si può capire cercando negli occhi di chi la pratica.












