“Munari’s Books”

Il libro di Giorgio Maffei pubblicato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.

munarisbook_designplayground

A Ma a che cosa serve un libro?
B A comunicare il sapere, o il piacere, comunque ad aumentare la conoscenza del mondo.
A Quindi, se ho ben capito, serve a vivere meglio.
B Spesso sì. 

(Bruno Munari, Commento ai Prelibri)

Lo scorso giugno la casa editrice Princeton Architectural Press ha ripubblicato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna il volume Munari. I libri, curato da Giorgio Maffei, storico dell’arte e studioso del libro illustrato del Novecento, e originariamente edito in Italia nel 2002 da Corraini Edizioni.

Si tratta di una monumentale ricerca che l’autore ha compiuto per catalogare e documentare tutte le opere editoriali di Munari e tracciare una mappatura del vasto spettro di interventi che lo stesso ha operato attorno all’oggetto libro. Il libro per Munari costituisce infatti la forma privilegiata di comunicazione del pensiero, una forma d’arte in sé che consente di rappresentare idee e trasmettere spunti.
Dalle iniziali esperienze come grafico fino alle collaborazioni con le grandi case editrici e ai progetti innovativi come la serie dei “libri illeggibili”, Munari’s Books permette da un lato di approcciare più da vicino le singole pubblicazioni di Munari (anche quelle meno conosciute) e dall’altro di osservare con uno sguardo onnicomprensivo settant’anni di vita creativa.

munari's_books_designplayground_02
munari's_books_designplayground_05
munari's_books_designplayground_04
munari's_books_designplayground_03

Munari’s Books
Princeton Architectural Press, 2015

17 × 24 cm, 288 pp.,
Lingua inglese, 40 $

Munari. I libri
Corraini Edizioni, 2002
17 × 24 cm, 288 pp.,
Lingua italiana, 40 €
1a edizione: 09/2002
Edizione corrente: 2a edizione 12/2008

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.