“Under Layers”, la street art a tre dimensioni a Roma

Dopo una seria di interventi estivi sul lungomare di Ostia, dal 23 al 25 ottobre il progetto Under Layers, che unisce la street art di Alice Pasquini e la fotografia tridimensionale di Stefano C. Montesi, culminerà a Roma con un evento allestito nello spazio OPENGRA in via Francesco Negri 51/53.

Le rappresentazioni illustrative di piccoli momenti umani realizzate da Alice Pasquini vengono trasformate in un’illusione ottica dalla macchina fotografica di Stefano C. Montesi. Lo spettatore viene così trasportato nel fantastico mondo creato dall’artista andando oltre i limiti del muro nella rappresentazione pittorica dei soggetti in 2D.

L’effetto 3D è determinato dalla ripresa in contemporanea del soggetto, in questo caso i disegni di Alice dipinti su vari livelli, con due macchine fotografiche. Solo la ripresa live e non una conversione successiva da 2D a 3D, assicura una visione stereoscopica d’impatto per l’occhio umano. Le immagine sono sospese tra diversi piani e lo spettatore sente di far parte attiva dell’opera rappresentata. I disegni di Alice su poster, belli da vedere senza occhiali, quando esaminati con occhiali 3D anaglyph, si trasformano in un mondo di meraviglie che esce dal muro, confondendo i limiti tra la realtà e la fantasia.

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Foto Gloria Viggiani
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Foto Jessica Stewart
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Foto Jessica Stewart
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Fonte: Ufficio Stampa

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.