Forgotten Project #2, Frederico Draw

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© Foto di Paolo Darra

Come vi avevamo anticipato, è tornato in Italia l’artista portoghese Frederico Draw, e approfittando di una calda Roma domenicale siamo passati da lui per salutarlo e gustarci le ultime rifiniture del suo nuovo lavoro.
Affronta il tema delle ex fabbriche il secondo intervento artistico del progetto Forgotten e lo fa in grande stile, realizzando l’opera in una delle archeologie industriali più affascinanti della capitale: l’ex fabbrica Mira-Lanza. La struttura ha una storia legata a primati industriali, fusioni aziendali, riconversioni, dopo-guerra, grandi poli culturali, progetti sospesi e persino di incendi; per raccontarla, Forgotten ha invitato l’artista portoghese Frederico Draw, molto sensibile al tema della città, tanto da costituire il collettivo PUTRICA (Proposte Urbane Temporanea di Recupero e Intervento Culturale ed Artistico) che vede nella street art un mezzo attraverso il quale convertire gli spazi vuoti della città rendendoli contenitori di valori artistici e culturali.
Draw ha realizzato un’opera legata al tema pasoliniano, visto che in quegli stessi giorni il Teatro India, stanziato nell’ex area industriale dal 1999, propone un calendario di spettacoli dedicato ad una delle più grandi figure intellettuali del nostro tempo.
Anche se il soggetto di Pasolini non è certo nuovo alla street art, Frederico Draw, munito di bomboletta spray (che usa come fosse una matita), ha realizzato un ritratto abbozzato, ma con dettagli sorprendentemente definiti creando così un patos unico tra spettatore e opera.

Per inaugurare l’opera, si è svolto il primo novembre un aperitivo di fundraising che servirà al finanziamento della prossima opera del progetto Forgotten. In occasione dell’evento, che si è tenuto nell’area dei silos del Teatro India, è stata presentata la serigrafia relativa all’opera realizzata, numerata e firmata dall’artista.
Il Progetto curato da Hugo Dias e Alessandra Arpino, è stato realizzato in collaborazione con Teatro di Roma, patrocinato dall’Ambasciata del Portogallo in Italia, dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, dalla Casa dell’Architettura di Roma e dal Municipio XI.

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© Foto di Paolo Darra
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© Foto di Paolo Darra

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.