Kioko, dal sapere al creare

A Terni uno nuovo spazio creativo per i più piccoli.

La parola giapponese Kioko può essere tradotta in modo approssimativo come “bambina felice”, anche se il senso è molto più complesso e di difficile incasellamento. La felicità a cui fa riferimento questa parola infatti, non è semplicemente quella legata alla spensieratezza generata dal divertimento, bensì a un’armonia interiore che si raggiunge con la ricerca della propria forza vitale e con l’espressione del proprio io.

Questo è quello che si prefigge lo spazio culturale e creativo che ha preso il nome proprio da questo termine giapponese e che ha aperto a Terni ad ottobre. Gestito da Yulia Popova, Kioko, oltre ad essere libreria per bambini (tra le case editrici disponibili ricordiamo Corraini, Orecchio Acerbo, Terre di mezzo, Artebambini, Kite, Lapis, Corsare, IdeeAli, Lemniscaat, la Margherita, Sassi.), sviluppa e ospita numerose attività culturali e artistiche sempre per i più piccoli.
Lo scopo principale di Kioko è lo sviluppo del benessere del bambino e della bambina, in primis attraverso il raggiungimento della consapevolezza relativa al proprio potenziale creativo e successivamente attraverso la trasformazione dello stesso potenziale in azione creativa. “Non un semplice ‘parcheggio’, dove i bambini possono giocare” , come disse Bruno Munari nel 1977 riguardo i suoi laboratori, — in effetti Yulia stessa dice di essersi ispirata agli insegnamenti dello stesso Munari — ma un luogo dove bambini e bambine possano esprimersi liberamente senza l’interferenza degli adulti.

“Non dire cosa fare ma come” (Bruno Munari)

Kioko_designplayground_03
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)

Gli spazi di Kioko, progettati dallo studio di architettura DDA, sono caratterizzati da uno stile minimal che riconduce ancora una volta ad una atmosfera di serenità, dove ogni elemento architettonico (tutto in legno) rimanda all’ambiente naturale. Al centro di tutti gli spazi si trova l’albero della fantasia, attorno al quale si sviluppano l’area gioco, lo spazio picnic, quello per corsi o laboratori e la libreria. Il progetto grafico e l’immagine coordinata sono opera del grafico ternano ora con sede a Londra Marco Belardinelli (Bellistrami Design).

Tra i laboratori in programma nei prossimi giorni ricordiamo quello tenuto da Ayumi Makita (Grimm Tweens), ispirato al libro di Bruno Munari Storie di tre uccellini (Editore Corraini), dedicato alla creazione di libri d’artista attraverso le tecniche di origami e collage. Presto inoltre sarà attiva la stanza multisensoriale UAUU, un percorso ludico sensoriale tra luci, colori, suoni, immagini ed esperienze tattili.
Kioko è sicuramente un nuovo spazio da inserire tra i nostri Playgrounds preferiti!

Kioko_designplayground_08
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_09
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_10
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_11
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_14
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_16
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_13
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_12
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_07
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_06
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_04
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_15
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)
Kioko_designplayground_01
© Foto di Alessandro Mari (www.alessandromari.net)

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.