“The New Call“, BunkerType

The New Call è l’ultimo progetto di BunkerType, officina grafica e tipografica di Barcellona, che attraverso una serie di manifesti propone una reinterpretazione di una delle opere più paradigmatiche dell’autore olandese HN Werkman, The Next Call, audace rivista d’avanguardia artistica pubblicata dal 1923 al 1926 in nove uscite di circa quaranta copie.

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The Next Call, 1926

HN Werkman, sperimentatore e attivista politico della stampa clandestina olandese durante l’occupazione tedesca, è stato promotore di un nuovo approccio al progetto grafico riassunto dal motto “liberare i caratteri dalla tirannia della scrittura”. Werkman infatti stampò The Next Call su una pressa a mano che, oltre a innovare l’aspetto tecnico della stampa tipografica grazie ai suoi numerosi esperimenti, costituì un rinnovamento nel concepire il carattere come elemento artistico a sé stante e “liberandolo” così dalla sua prevedibile funzione comunicativa.

La collezione di BunkerType rappresenta un elogio alla grafica sovversiva di Werkman e ogni composizione della serie si rifà a uno dei numeri della famosa rivista olandese. Per tracciare una continuità con l’opera di Werkman, anche il progetto The New Call è stato stampato in circa quaranta copie.

I manifesti sono acquistabili sullo shop di BunkerType.

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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.