Archivio Grafica Italiana

Da qualche giorno è online il sito Archivio Grafica Italiana, un progetto del graphic designer Nicola-Matteo Munari che rappresenta un vasto archivio digitale dedicato al patrimonio della grafica italiana. Da un lato un utilissimo strumento di ricerca, in continuo aggiornamento, con lo scopo di diffondere e promuovere la cultura della qualità che contraddistingue la tradizione del design italiano; dall’altro, un tributo alla grafica italiana in tutto il mondo che spazia dai grandi classici ai migliori progetti contemporanei, commissionati da clienti italiani o realizzati da designer italiani.
Tra i designer già presenti ricordiamo Albe Steiner, Enzo Mari, Bruno Munari, Italo Lupi, Massimo Vignelli, Aldo Novarese insieme ad altri illustrissimi rappresentanti.

La ricerca all’interno dell’archivio può essere effettuata attraverso il nome del designer, ma anche per decade (dal 1940 a oggi), per committente o per tipologia di progetto (libri, advertising, manifesti, packaging ecc…). Un sito da tenere sempre a portata di click per esplorare questo immenso bagaglio culturale. Buona scoperta!

AGGIORNAMENTO
Di notevole interesse segnaliamo l’Archivio Storico del Progetto Grafico curato da Aiap nel quale “sono presenti alcuni archivi di progetto e una serie di fondi e piccole collezioni, che in parte sono il risultato di donazioni e lasciti di amici e grafici a cui l’Associazione ha dedicato iniziative e mostre.Altri sono l’esito di un lavoro di ricerca e di acquisizione più sistematico iniziato a partire dal 2009”. (fonte Aiap)

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Carlo Fiore, “Santa Cecilia Zoo”, 2014
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Carlo Fiore, “Santa Cecilia Zoo”, 2014
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Italo Lupi, “Domus svela il Design”, 1988
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Italo Lupi, “Domus svela il Design”, 1988

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.