Cubetto, il gioco per bambini e bambine che insegna a programmare

Lanciato su Kickstarter l'8 marzo scorso e a tre settimane dall'inizio della campagna ha già raccolto quasi un milione di dollari.

È stato lanciato su Kickstarter l’8 marzo scorso e a tre settimane dall’inizio della campagna ha già raccolto quasi un milione di dollari (a fronte di 100,000 richiesti). Si tratta di Cubetto, un gioco ideato dalla startup italiana, con sede a Londra, Primo Toys, che introduce bambini e bambine nel mondo della programmazione.
In realtà non è la prima volta che Cubetto appare sulla piattaforma di crowdfunding, infatti il primo lancio è stato fatto nel 2013 con una versione beta del prodotto, che ha raccolto più di 80,000 dollari e che è stata adottata da più di 300 scuole e 500 famiglie in oltre 40 paesi al mondo. Dopo anni di test e dopo aver raccolto il successo (meritato), Cubetto sarà finalmente prenotabile a partire dall’8 aprile e in vendita a partire da giugno sul sito CampuStore.

Ma in cosa consiste Cubetto? Il pacchetto è composto da un simpatico robot in legno, una consolle fisica con un set di 16 blocchi colorati per programmarla, una mappa e un libro delle attività che si possono svolgere con esso. Poiché è prima di tutto un gioco, lo scopo è aiutare il piccolo robot a ritrovare la strada di casa. Come? Attraverso una serie di blocchi di codifica colorati con i quali i più piccoli si possono cimentare nella scrittura di una programmazione.
Non serve saper leggere o vedere, combinando movimento, tatto e udito, Cubetto aiuta infatti anche i bambini con disabilità a rafforzare le capacità di sequenziare e comunicare.

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“Imparare a programmare da piccoli è fondamentale, ma deve essere divertente, giocoso e adatto all’età. La nostra missione è aiutare i bambini a sviluppare e a realizzare il loro pieno potenziale creativo. Cubetto è un giocattolo aperto che insegna la programmazione informatica in maniera divertente e facile. Siamo orgogliosi di offrire ai bambini dai tre anni in su un set da gioco inclusivo, interattivo, che insegna loro i concetti base della programmazione prima che imparino a leggere e a scrivere”. (Filippo Yacob, Co-Fondatore & CEO di Primo Toys)

I blocchi sono un nuovo linguaggio di programmazione, ognuno dei quali corrisponde ad una precisa istruzione che va combinata in una sequenza corretta. Verde per andare avanti, giallo per girare 90° a sinistra, rosso per 90°  a destra e blu come tasto funzione; per inviare le istruzioni a Cubetto c’è poi una sequenza principale (A), una subroutine (B) e un pulsante Go (C). Mentre bambini e bambine aiuteranno Cubetto ad orientarsi nei suoi viaggi (con la versione estesa sono disponibili 4 mappe e le possibilità differenti di sequenze sono circa 50 miliardi!), Cubetto aiuterà loro a imparare i meccanismi base della programmazione.

Oggi stesso Cubetto è stato presentato ufficialmente in Italia presso l’Opificio Golinelli a Bologna. È stato inoltre approvato dagli educatori Montessori e appoggiato da azionisti come Randi Zuckerberg (Facebook, Zuckerberg Media), Massimo Banzi (Arduino) e in Italia da CampuStore.

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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

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