Visual Interview #03
Chiara Dattola

Un'immagine vale più di mille parole

Un’immagine vale più di mille parole e così abbiamo chiesto a Chiara Dattola di rispondere a qualche domanda semplicemente a suo modo!

A picture is worth a thousand words and so we asked Chiara Dattola to simply answer a few questions in its own way.

Cosa vedi quando ti guardi allo specchio?
What do you see when you look in the mirror?

Dattola_designplaygorund_01specchio

“Leonardo Da Vinci vedeva alberi, paesi, battaglie e tante altre immagini nelle macchie che trovava sui vecchi muri. Shakespeare vedeva draghi e altri animali nelle forme delle nuvole. Bernardone non vede niente altro che nuvole nelle nuvole e macchie nelle macchie.” (Bruno Munari “Arte come mestiere”, Laterza) E tu?
“Leonardo Da Vinci saw trees, towns, battles and a lot of other things in the stains he found on old walls. Shakespeare saw whales and camels in the clouds. Bernardone sees nothing but clouds in the clouds and spots in the spots. “(Bruno Munari, “Art as a profession”, Laterza) And you?

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La tua casa sta bruciando. Quali sono le tre cose che porteresti con te?
Your house is burning. What three things would you take with you?

Dattola_designplaygorund_03incendio

Il tuo supereroe preferito?
What’s your favorite superhero?

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E il tuo incubo peggiore?
And your worst nightmare?

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Nel libro “Momenti di trascurabile felicità” l’autore Francesco Piccolo introduce il suo irresistibile catalogo dell’allegria di vivere, così: “Possono esistere felicità trascurabili? E allora come chiamare quei piaceri intensi e volatili che punteggiano le nostre giornate, accendendone i minuti come fiammiferi nel buio?” Ce ne racconteresti uno tuo?
In the book “Moments of negligible happiness” the author Francesco Piccolo introduces its irresistible list of joyful living in this manner: “There may be negligible happiness? And then how to call those intense and volatile pleasures that punctuate our days, turning the minutes as matches in the dark?” Would you tell us one of yours?

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Cosa vedi dalla finestra?
What do you see out the window?

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Chiara Dattola vive e lavora a Milano. Il suo lavoro per immagini si muove in aree diverse. Si occupa di illustrazione editoriale per magazine e quotidiani italiani e stranieri, illustrazione per ragazzi per case editrici italiane e straniere, disegno e collage. Dal 2009 al 2015 le sue illustrazioni sono apparse quasi quotidianamente sulle pagine del Corriere della Sera e de La Lettura.

  • Lavora continuativamente per la rivista italiana Internazionale e quest’anno ne ha illustrato il calendario 2016, per la rivista di teatro Hystrio, per cui realizza le copertine.
  • Per natale 2015 ha disegnato tre francobolli per l’ufficio filatelico e numismatico di San Marino.
  • Fra le altre collaborazioni spiccano quelle per Les Echos, Le Monde, Plansponsor, Monocole, Messaggerie Libri, Zanichelli, Le editions du Ricochet, Les editions du Rouergue, Montessori korea, Yeowon pub, Kyowon pub, Panini editore.
  • È stata selezionata per il numero 41 di Creative Quarterly, edizione 2015.
  • Il 25 febbraio si è aperta una sua personale presso la sede milanese della Galleria Il Vicolo di Milano, intitolata “Dentro la foresta”.
  • È l’autore dell’unico libro illustrato per bambini sull’artista di Art Brut Giovanni Battista Podestà, e la rivista di Taiwan DPI magazine le ha dedicato, per questo, una lunga intervista sul numero di gennaio 2016.
  • Pratica boxe, ama fare lunghe passeggiate in montagna e scovare tesori nascosti.
  • Ogni tanto balla e ulula alla luna.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.