Kurt Schwitters: l’arte del frammento

L'arte non elitaria che eleva lo scarto alle belle arti ispirando i pionieri del dopoguerra.

Kurt Schwitters (1887-1948), nato ad Hannover (Germania) è stato un pittore, scultore, tipografo e scrittore, uno dei pionieri del modernismo europeo. Studia presso la Scuola di Arti e Mestieri di Hannover (1908-1909) e all’accademia di Dresda (1909-1914). Influenzato da espressionismo e cubismo, nel 1918 crea la sua propria forma di Dada che chiama ‘Merz’ divenendo ben presto un termine omicomprensivo per descrivere tutte le sue attività creative: dall’arte alla poesia, dal cabaret alla musica, dalla fotografia all’architettura.

Schwitters inizia a realizzare collages e assemblages durante l’inverno a cavallo tra 1918 e il 1919 utilizzando oggetti di uso quotidiano quali etichette, biglietti per l’autobus, tessuti e pezzi di legno rotti. Questi artefatti sono il frutto del suo sentimento nel dopoguerra: ‘tutto è distrutto e le nuove cose devono essere fatte di frammenti: questo è Merz’.

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L’arte di Schwitters non è dogmatica e non è elitaria, eleva il rifiutato, lo scartato e l’inutile alle belle arti, ispirando i pionieri del dopoguerra come Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Eduardo Paolozzi, Richard Hamilton e Joseph Beuys; può considerarsi il nonno di molti movimenti artistici successivi alla seconda guerra mondiale, dalla Pop Art al Concettuale.

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Opened by Customs 1937-8 Kurt Schwitters 1887-1948 Purchased 1958 http://www.tate.org.uk/art/work/T00214
Cottage. 1946. Paper Collage, 25.5 x 21.2 cm. Inv. F. V. 155. Photo: Joerg P. Anders.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.