La lunga collaborazione dello studio Alvisi Kirimoto + Partners con Renzo Piano si è consolidata ancor più grazie al recente progetto per la valorizzazione della piazza del mercato di Tempio Pausania, intervento dedicato al cantante Fabrizio De André dato il suo stretto legame con la Gallura, luogo del suo ritiro.
Le arcate del vecchio mercato e i settecenteschi edifici in pietra della piazza fanno ora da fondale a dodici vele di tela colorate che aleggiano in un equilibrio mutevole su una tela di fili tesi tra gli edifici. L’idea dell’architetto Renzo Piano, amico intimo di De André, era proprio quella di creare una specie di “ragnatela” nella quale i colori della luce venissero intrappolati, omaggio alle sfumature della Gallura e alle sfaccettature della natura umana di cui De André è stato uno dei più sensibili interpreti.
“Questo intervento, con la sua leggerezza e la sua prorompente vitalità, ci ha permesso di confrontarci nuovamente con i piccoli centri urbani. Partendo dall’idea di Renzo Piano di ‘catturare i raggi di luce e i suoi colori’ abbiamo spostato il punto di azione in alto, al di sopra della piazza, costringendo chi passa a guardare oltre i tetti, a confrontarsi con il grigio degli edifici e il colore del cielo, annullando i margini spigolosi dell’area.” Massimo Alvisi
La “ragnatela” che sovrasta la piazza è costituita da una serie di funi d’acciaio composta da 19 fili spiroidali, fissati, tramite barre di ancoraggio, alle spesse pareti in granito degli edifici circostanti. La maglia forma dei grandi triangoli sospesi, dai cui vertici si diramano altri tiranti sino a formare 12 triangoli di tessuto di diverse dimensioni.
Le vele hanno due diverse configurazioni, possono essere infatti aperte e riavvolte attorno a rulli motorizzati con un meccanismo simile a quello della vela nautica. Quando le vele sono aperte la piazza viene colorata e al tempo stesso ombreggiata da queste forme triangolari, sulle quali è prevista anche la proiezione di immagini e parole secondo il progetto multimediale elaborato da Studio Azzurro e oggetto di una prossima fase di realizzazione; quando sono chiuse invece “12 matite colorate” (il riferimento è a un’antica passione di Fabrizio De André per i pastelli Faber-Castell, da cui il soprannome datogli dagli amici) sembrano sospese tra le pareti di granito.
Volgendo gli occhi al cielo le nuvole, quelle “nere come il corvo” o quelle “bianche che corrono” tanto care al famoso cantautore, sono ora accompagnate da una fitta e intricata maglia di colori che, come loro, “vengono vanno ritornano e magari si fermano tanti giorni”. Certe volte le vele sono aperte e si mettono lì “tra noi e il cielo” come tanti aquiloni in volo, certe volte sono chiuse come grandi matite colorate sospese in aria, “ma questo lo vedono meglio i bambini che giocano a corrergli dietro per tanti metri”.