Thngs, un’arca di Noè del mondo materiale per salvare la memoria fisica dell’umanità

“Qualunque oggetto di uso comune – le penne con cui scriviamo, i tavoli a cui ci sediamo, le toilette che utilizziamo – ha una ricca storia e comprenderla ci aiuta a capire il nostro mondo, dice qualcosa su noi stessi. E questo anche perché gli oggetti contribuiscono a dar forma alle nostre vite, anche se sono fatti da noi. Ne siamo dipendenti, sono nostre appendici, meccanismi che ci permettono di condurre le nostre vite sociali e materiali” scrive Harvey Molotch, sociologo alla New York University. Se però, per evidenti problemi tecnici sia cronologici che logistici, non è possibile mettere in pratica una gigantesca opera di conservazione di tutti gli oggetti inventati dall’uomo nel corso della storia, acquisirne immagini e informazioni sarebbe sicuramente un modo per evitare il totale oblio di questo nostro bagaglio storico e culturale.

Thngs ha proprio questo scopo, collocare ogni cosa al suo posto per raccoglierne e condividerne le informazioni. Si tratta di un archivio online nato a Mosca, una Wikipedia per gli oggetti fisici, dove ognuno di essi ha la sua pagina con metadati, immagini e file, che chiunque può modificare. Un’arca di Noè del mondo materiale per salvare la memoria fisica dell’umanità, lo definisce il co-fondatore e CEO Dima Dewinn.

“Siamo circondati dagli oggetti e ogni cosa è una fonte di informazioni sul nostro presente, sul nostro passato e anche sul nostro futuro. Le cose si rompono, si danneggiano e col tempo scompaiono. Ma anche se la conservazione fisica è impossibile, possiamo averne una copia digitale e preservare tutte le informazioni su ogni oggetto che sia mai stato creato”.

Attraverso una timeline dove scorrono tutti gli oggetti dal più antico al più moderno, thngs sta creando giorno dopo giorno una gigantesca collezione digitale degli oggetti più disparati di tutto il mondo. Molti degli oggetti presenti nel sito – tutti documentati con immagini di alta qualità e sequenze a 360° – provengono dai musei che spesso hanno necessità di digitalizzare le proprie collezioni e da aziende che hanno bisogno di far conoscere i propri prodotti.
Proprio per questo things è in procinto di lanciare un progetto di collaborazione con Getty Images in modo che i suoi clienti (musei, gallerie e collezionisti) possano vendere le loro immagini, le sequenze a 360° e i modelli 3D tramite il sito.

1978 - Colorburst 100 Instant film camera by Kodak
1978 – Colorburst 100
Instant film camera by Kodak
2012 - ME Start Edition Electric Scooter by ME
2012 – ME Start Edition
Electric Scooter by ME
1985 — 1995 - T-120 VHS cassette by Randix
1985 — 1995 – T-120
VHS cassette by Randix
1999 - HP 12C Calculator by hp
1999 – HP 12C
Calculator by hp
1976 - Olivetti Studio 46 Typewriter by Olivetti
1976 – Olivetti Studio 46
Typewriter by Olivetti
1986 - Rubik's Magic Puzzle by Matchbox
1986 – Rubik’s Magic
Puzzle by Matchbox
1959 - TP 1 Record player and radio receiver by Braun
1959 – TP 1
Record player and radio receiver by Braun
2011 - OP-1 Digital synthesizer by Teenage Engineering
2011 – OP-1
Digital synthesizer by Teenage Engineering
1976 - Apple Computer 1 Motherboard by Apple
1976 – Apple Computer 1
Motherboard by Apple

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.