Alfabeto. Composizioni coreografiche

Alfabeto. Composizioni coreografiche (nome originale Abeceda. Tanecni komposice) è un libro pubblicato nel 1926 da J. Otto Nàkladem che raccoglie 25 fotografie di Karel Paspa (passi di danza di Milca Mayerova a imitazione delle lettere dell’alfabeto) montate e abbinate a 25 composizioni grafiche di Karel Teige, una per ogni lettera, accompagnate dai versi di Nezval. Design e impaginazione di Karel Teige.

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Editore: Nàkladem J. Otto
Stampatore: Ceska graficka Unie – Praha
Anno: 1926 (dicembre)
Legatura: brossura
Dimensioni: 31,4×24,8 cm.
Pagine: pp. 57
Tiratura: 2000 esemplari

Bibliografia: Zdenek Primus, «Tschechische avantgarde 1922 – 1940», Den Haag, Rijksmuseum – Museum van het Boek, 1992: n. 47, pag. 57, e pp. 154-162 con riproduzione di tutte le pagine

Il libro nasce nell’atmosfera di Devetsil e del Poetismo di Viteszlav Nezval e Karel Teige. Il Poetismo riprendeva la teoria arte/vita del Futurismo mediandola con le istanze costruttiviste, con particolare attenzione all’interdisciplinarietà e alla complementarità delle arti. Di questa interdisciplinarietà «Abeceda» è uno degli esempi più brillanti. Il testo viene pubblicato da Nezval per la prima volta nel 1922 nella raccolta «Pantomima», ed è costituito da quartine ciascuna delle quali intitolata a una lettera. I versi hanno la funzione di esprimere le sensazioni visive, olfattive, sonore ecc. ispirate da ogni lettera. Il 14 aprile 1926, durante una serata organizzata dal gruppo Devetsil, Nezval presenta al pubblico una versione danzata di «Abeceda», realizzata dalla danzatrice Milca Mayerova (allieva di Rudolf Laban), sotto la direzione di Jin Freika, fondatore del Teatro Libero. Dopo questa serata Karel Teige pensa a una ulteriore elaborazione dell’opera: la sua realizzazione dal punto di vista tipografico. Insieme a Milca Mayerova, Teige ricrea e rielabora la coreografia chiamando a collaborare anche il fotografo Karel Paspa. Il risultato è un vero e proprio libro d’artista a più mani in cui avviene una perfetta sintesi fra diverse arti: la poesia di Nezval, la danza della Mayerova, l’arte fotografica di Paspa, il design di Teige. Ciascuna disciplina è presente con la sua specificità ma nel loro accordarsi realizzano una unità stilistica che le trascende. Il risultato è un oggetto poliforme e multimediale, aperto a differenti suggestioni e insieme di grande gusto.

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fonte: L’Arengario

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

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Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

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