“New Order” di George Byrne

Uno sguardo che induce ad esplorare le strutture e le superfici in modi nuovi che sfidano la nostra percezione.

Il lavoro del fotografo australiano George Byrne emerge con un’intensità tranquilla e deduttiva. Attingendo dalla limpida e vivida chiarezza della pittura modernista, Byrne fa riferimento anche al movimento fotografico New Topographics attraverso una tematica fortemente radicata nella quotidianità urbana.
Nato a Sydney nel 1976, Byrne si è laureato al Sydney College of The Arts nel 2001. Ha viaggiato molto per poi stabilirsi a Los Angeles nel 2010 dove si è concentrato sulla sua passione per la fotografia.

Byrne ha iniziato a utilizzare Instagram come uno scrapbook visivo nel 2013 e la sua galleria – @george_byrne – si è evoluta fino a diventare un’estensione importante della sua più ampia pratica artistica.

Le fotografie di George Byrne riclassificano luoghi puramente funzionali, meno “guardati”, e inducono a esplorare le strutture e le superfici in modi nuovi che sfidano la nostra percezione. Egli cerca infatti di catturare il subliminale e il sublime nel quotidiano. In questa galleria il suo ultimo lavoro New Order nel quale il fotografo restituisce un’immagine poetica di Los Angeles in cui la “luce del sole è tinta con il colore dell’oro liquido e dove il paesaggio è “intrinsecamente” ricco di queste splendide cornici già dotate di colore e forma”.

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NEW ORDER di George Byrne
Dal 14 settembre all’9 ottobre 2017
Olsen Gruin New York
30 Orchard Street, New York, NY, 10002.

Hollywood Boulevard
White Billboard
Washington Boulevard
Blue Awning with Yellow
Bus Station Chinatown
Hollywood Toyota
Green Ciera
Zankou Chicken
Los Feliz #1
Corner Composition Palm Springs
Peach Wall with Purple
Green Sun with Yellow
Echo Park
Blue Awning with Pink
Bob Marley

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.