Museum – A House for Learning

Il primo volume della rivista MúzeumCafé sull'attività museale a cura del professore Péter György.

Nel 2013, il comitato di redazione di MúzeumCafé, la rivista dei musei ungheresi sotto la direzione del Museum of Fine Arts di Budapest, ha pubblicato una serie di libri sull’attività museale. Le pubblicazioni raccolgono studi di professionisti del museo, personale accademico e ricercatori, e nello specifico il professore universitario, Péter György, è stato incaricato di scrivere il primo volume, Museum – A House for Learning.

Scrive quanto segue nella prefazione del libro:

“Questo volume comprende 17 studi storici e critici sui musei, oltre a saggi, che analizzano i termini teorici dell’attività del museo. Il museo è una casa per l’apprendimento che opera in vari spazi urbani e culturali in diverse epoche. La mia domanda ricorrente riguarda il modo in cui i diversi contesti riscrivono la nozione di museo e come può rimanere in parte la stessa sotto pressioni e in base alle opportunità. Questo volume presenta ricordi e lezioni di viaggi. Spero di non sbagliare nel credere che il lettore trarrebbe beneficio da tutto ciò che ho imparato, nelle discussioni, nelle domande e allo stesso modo nelle risposte.”

In ogni volume viene anche introdotto il lavoro di un artista appartenente all’attuale generazione di giovani type designer. Il primo volume presenta il carattere tipografico Frustro Outline di Márton Hegedűs, studente classe 1987 presso l’Università ungherese di Belle Arti, il cui lavoro è stato ispirato dall’arte di Escher. Un obiettivo importante della serie dei libri MúzeumCafé è sostenere il rinnovamento della cultura ungherese dei libri, che gode di una grande tradizione, con la speranza che i lettori riconoscano anche il significato delle variazioni tipografiche, quiete eppure visibili, che influenzano un libro nella sua interezza come oggetto.

Per produrre il libro, lo studio grafico, Lead 82 e l’esperto di tipografia, Viktor Suszter, sono stati coinvolti per garantire un’immagine fresca e contemporanea alla classica “cultura del libro ungherese”. Non a caso il volume è stato anche premiato dalla giuria dei German Design Awards che ha dichiarato:

“Il volume Museum – A House for Learning è un libro museale elaborato e meravigliosamente vario, che tuttavia è coerente nel suo design senza fronzoli e vanta una bella tipografia e un layout accattivante. […] Questo catalogo è una gioia per gli occhi e illustra perché oltre il mondo degli e-book c’è una forte salvaguardia delle splendide opere stampate.”

Il libro è stato stampato con il retino stocastico detto anche retino FM, un sistema di riproduzione di una sfumatura tramite retinatura basata su una distribuzione casuale o pseudocasuale dei punti del retino (Wiki).

Museum – A House for Learning. Il libro scritto da Péter György per MúzeumCafé sull'attività museale
Fotó: Villányi Csaba/Flashbackphoto
Museum – A House for Learning. Il libro scritto da Péter György per MúzeumCafé sull'attività museale
Fotó: Villányi Csaba/Flashbackphoto
Museum – A House for Learning. Il libro scritto da Péter György per MúzeumCafé sull'attività museale
Fotó: Villányi Csaba/Flashbackphoto
Museum – A House for Learning. Il libro scritto da Péter György per MúzeumCafé sull'attività museale
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Museum – A House for Learning. Il libro scritto da Péter György per MúzeumCafé sull'attività museale
Fotó: Villányi Csaba/Flashbackphoto
Museum – A House for Learning. Il libro scritto da Péter György per MúzeumCafé sull'attività museale
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Museum – A House for Learning. Il libro scritto da Péter György per MúzeumCafé sull'attività museale
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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.