Italianism alla quinta edizione

Il consueto evento annuale che per questa edizione si sposta alla Reggia di Portici di Napoli.

Dopo il recente appuntamento con la mostra “Come si dice pattern in italiano?” durante la Design Week di Milano, Italianism torna con il suo consueto evento annuale, che per questa quinta edizione cambia sede e si sposta verso sud in una nuova location di assoluto prestigio come la Reggia di Portici (Napoli).
Due giornate quelle del 10 e dell’11 maggio durante le quali Italianism indagherà la musica italiana degli ultimi 50 anni attraverso il suo sguardo poliedrico, coinvolgendo giornalisti, speaker, designer, scrittori, fotografi, produttori, distributori, promoter, art director, registi e di altri professionisti.

La giornata del 10 maggio (dalle 10.00 alle 22.00) sarà dedicata ad un “Creative Match” tra dieci delle più importanti università/accademie/scuole di specializzazione dell’area comunicazione/creatività/arte provenienti da tutta Italia. Gli istituti AANT Roma, IED Milano, IED Roma, IUAD Napoli, Politecnico Milano, Politecnico Torino, Quasar Roma, RUFA Roma, Sapienza Roma e l’Università Federico II Napoli infatti si affronteranno su un brief avente per oggetto la realizzazione di un progetto di comunicazione richiesto da un vero committente. La squadra vincitrice verrà premiata con un compenso finanziario.

John Barnbrook

La giornata dell’11 maggio inizierà con la masterclass tenuta da John Barnbrook, il grande creativo inglese noto per il sodalizio artistico pluriennale con David Bowie, che si svolgerà dalle ore 11.00 alle ore 13.00. Per questa occasione Barnbrook affronterà il tema del rapporto tra grafica e musica partendo dalla propria esperienza personale che lo ha visto al fianco del Duca bianco dal 2000 fino all’ultimo disco Black Star, edito due giorni prima della morte dell’artista.

Il pomeriggio dello stesso giorno (dalle 15.00 alle 18.00) sarà invece dedicato alla conferenza creativa, cuore dell’evento, su “Le parole della musica italiana” con interventi di Sandro Cappelletto, Francesco Lettieri, Cristina Morozzi, Vito Nesta, Alice Pasquini, Populous, Federico Vacalebre. Durante lo speech verranno proiettate le visualizzazioni a cura di 7 network creativi, tra grafica, illustrazione e fotografia: ADCI , IDEA Academy Roma, Lahar Magazine Pelo Magazine, Pangramma Torino, Print Club Torino, RVM Magazine.

Tre invece le mostre aperte dal 10 al 20 maggio che esamineranno il mondo della musica in relazione al design, alla fotografia e all’illustrazione e alla grafica. La prima delle mostre, “Forma e funzione per la musica”, vede quattro importanti Istituti Universitari Italiani come il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino, l’Università Federico II di Napoli e l’Università Sapienza di Roma confrontarsi sul rapporto tra Musica e Design attraverso il racconto delle aziende, dei laboratori e delle persone che in Italia hanno saputo innovare il mondo dei supporti musicali, degli apparecchi per la diffusione del suono e degli strumenti musicali.

La seconda mostra che prende il nome della conferenza creativa, “Italianism” per l’appunto, raccoglie una selezione ad opera di Federico Vacalebre, capo della redazione Cultura e Spettacoli de «Il Mattino», di 21 eccellenze autoriali della musica napoletana, raccontate visivamente attraverso altrettanti scatti fotografici e illustrazioni realizzati dai network facenti capo a LAB\per un laboratorio irregolare di Napoli e a MiMaster Illustrazione di Milano.

“Dieci copertine” invece mette in mostra i 30 artwork vincitori del contest online realizzato dalla piattaforma nei scorsi mesi (http://www.italianism.it/contest/dieci-copertine-contest/) per il quale i partecipanti dovevano reinterpretare liberamente dieci copertine di dischi importanti per la musica italiana degli ultimi cinquanta anni. Le copertine sono state selezionate da esperti come Silvia Boschero, Damir Ivic,  Raffaella Oliva, Luca Pacilio, Carlo Pastore, Francesca Pignataro, Claudio Rossi Marcelli, Barbara Santi, Gianni Santoro e Giorgio Valletta.


CREDITS
Concept e organizzazione: Renato Fontana | Italianism
Curatela mostre: Giovanna Talocci | Talocci Design
Organizzazione locale: Loredana De Luca | The Sign Event
Produzione: Lorenzo Celori | Printaly
Media partner locali  Giulio Di Donna | Freak Out Magazine, Radio Siani
Con il supporto di Treccani, Università Federico II di Napoli | Facoltà di Agraria, Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Branding:
Renato Fontana, Studio Mistaker
Campagna  di comunicazione:
Concept: Renato Fontana, Francesca Pignataro
CD: Francesca Pignataro, Ambra Crociani
Ph: Carlo Piro
Feat.  Paola Arena / Pimpmymag, Fabio Persico, Anna Magni / Disegnini, Alfredo Maddaluno, Studio Mistaker, Livia Massaccesi, Gio Pastori.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

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